Da oltre cinque secoli il santuario di Santa Maria delle Grazie è una delle visioni più sublimi per chi visita Arezzo.
Il luogo religioso si trova alla base dell’omonima collina a sud della città, dove in antichità era presente una fonte pagana frequentata per tutto il medioevo grazie alle sue acque considerate guaritrici.
Nel 1428 il futuro San Bernardino da Siena, assieme a un folto gruppo di fedeli, fece distruggere la cosiddetta “Fons Tecta” e al suo posto promosse la fondazione di una cappellina intitolata a Santa Maria delle Grazie.
Pochi anni dopo vennero erette una chiesa in stile tardogotico e una cappella esterna dedicata a San Bernardino, che ancora oggi conserva la croce di legno che secondo la tradizione apparteneva al santo senese.
Nei primi anni Settanta del Quattrocento fu realizzato un piazzale porticato su progetto di Giuliano da Maiano. Della scenografica struttura, che seguiva quasi tutto il perimetro del santuario, rimangono solo due brevi segmenti laterali. Circa dieci anni dopo alla facciata della chiesa fu addossata la strepitosa loggia di Benedetto da Maiano, formata da sette arcate sostenute da colonne in stile corinzio. L’opera è considerata uno dei massimi capolavori del Rinascimento e la sua armoniosità fu esaltata anche dal poeta Gabriele D’Annunzio, che la definì “aerea loggia”.
L’interno di Santa Maria delle Grazie custodisce ancora importanti opere d’arte, come la splendida “Madonna della Misericordia” realizzata intorno al 1431 da Parri di Spinello, incastonata nel famoso altare marmoreo di Andrea della Robbia, eseguito tra il 1487 e il 1498 con l’aiuto dei figli.
All’entrata del piazzale del santuario, dal 1695 di proprietà dei Carmelitani Scalzi che vivono nel vicino convento, si nota un portale in pietra: è l’arco interno di Porta Santo Spirito, uno degli accessi della cinta medicea di Arezzo, qui trasportato nel 1893 e da allora elemento caratteristico di uno dei complessi mariani più celebrati della Toscana.