L’Azienda Agricola Piscinale di Giordano Frangipani da anni produce un sangiovese e un merlot riconoscibili. Ora è pronta con due nuovi vitigni: un syrah e un pinot nero
Territorio, passione e visione. Giordano Frangipani, affermato imprenditore nel settore della pelletteria e titolare dell’omonimo gruppo industriale, tra Castiglion Fibocchi e l’Europa dell’Est, negli ultimi venticinque anni ha trasformato l’azienda di famiglia – Azienda Agricola Piscinale –, rendendola protagonista nella produzione di vino di qualità. Ieri con il sangiovese Poggio di Ponte e il merlot Schiantacappe, domani con un syrah, Petrognano, e un pinot nero, VinciVeni, che promettono bene. Una trasformazione nata nel territorio di appartenenza, cresciuta con la passione per la terra e il vino, affermatasi grazie alla visione imprenditoriale di Giordano.
“Verso la fine degli anni Novanta abbiamo conosciuto un enologo che ha visitato la nostra azienda agricola, ammirando i nostri vigneti e la loro posizione. Un incontro decisivo dopo il quale abbiamo cambiato sistema di allevamento e fatto concimazioni naturali importanti, iniziando a selezionare i grappoli e arrivando a produrre vino di alta qualità”.
Giordano Frangipani è nato a Petrognano, in quella zona dell’aretino terra di confine tra Casentino e Valdarno, e qui ha iniziato a sognare, mettendo in fila i progetti che voleva realizzare: “Vicino a Giovi c’è Muciafora, una collina meravigliosa, con una proprietà che mi è sempre piaciuta: casa colonica, vigne, ettari di terrazzamenti. Ho sempre sognato di acquistarla e quando è arrivata l’occasione non me la sono lasciata sfuggire. Attualmente produciamo seimila bottiglie, tremila di Poggio di Ponte e tremila di Schiantacappe, tra due anni inizieremo ad aumentare la produzione con il Petrognano e il VinciVeni. Insieme alla nuova cantina di settecento metri quadrati, tecnologicamente all’avanguardia, questo rappresenterà per noi un passaggio fondamentale che ci permetterà di posizionarci sul mercato in maniera più performante, sempre nel rispetto dei nostri disciplinari e della qualità del prodotto”.
Lì dove artigianalità e tecnologia si fondono: “La mano dell’uomo in questo lavoro è fondamentale: dalla scelta del grappolo alla cura della vite, la nostra è una produzione biologica. Il grappolo, raccolto a mano in piccole cassette, deve arrivare intatto in cantina dove la tecnologia fa il resto: da quest’anno la fermentazione avverrà in contenitori di cemento a temperatura controllata e non in acciaio come facevamo prima”.
Giordano Frangipani ha sempre scommesso su sé stesso, fin da quando ha iniziato a lavorare nell’azienda familiare di calzature, prima della fine degli studi, per poi mettersi in proprio, cominciando la produzione in un garage: “Ho inseguito i miei sogni, volendo essere il protagonista di me stesso e non andare a rimorchio. La moda ha dei tempi diversi da quelli della natura, così questa è diventata un rifugio, ma al tempo stesso ho cercato di portare nella produzione del vino la stessa artigianalità, la stessa ricerca della perfezione e la visione di grande respiro che nella pelletteria mi ha permesso di creare un’azienda con centosessanta dipendenti. Spero di ottenere lo stesso successo con il vino”.
“La vendemmia è una festa che lega territorio e famiglia, due elementi imprescindibili nella mia storia”
La cultura enologica ha sempre fatto parte della vita di Giordano, un uomo che ha girato il mondo assaggiandolo: “Ogni volta che vado al ristorante, e ci vado spesso, prendo sempre una bottiglia di vino. Mi piace scoprire, sperimentare e spesso me ne porta un’altra a casa per capire meglio. Generalmente scelgo le cantine piccole, come la nostra, per confrontarmi. Ci siamo lasciati alle spalle, per fortuna, l’era dei vini dai tannini prepotenti. Il vino che produciamo noi è espressione al cento per cento del territorio, dove l’utilizzo della barrique è limitato, e questo va incontro a un pubblico più maturo e consapevole che vuole assaggiare un terroir meno aggressivo e più rotondo”, espressione del territorio.
Made in Italy e Made in Tuscany sono due plus sui quali le attività di Giordano Frangipani possono contare, ma che non sempre sono valorizzati a dovere: “In Italia ci sono grandissimi imprenditori. Abbiamo un Paese e una regione splendidi, capaci di primeggiare in ogni settore. Probabilmente abbiamo bisogno di riavvicinarci di più ai territori, alle nostre radici e valorizzarle al massimo, insieme con importanti politiche lungimiranti. Io credo che in questo modo possiamo rilanciare ulteriormente la produzione italiana, sia quella industriale che agricola”.
Il momento clou per un produttore di vino è la vendemmia: “Come ho spiegato, per noi è un momento decisivo. A luglio facciamo quella verde, per far crescere i grappoli migliori. I grappoli vanno trattati con cura perché il modo di vendemmiare contribuisce alla qualità del vino, quindi ci mettiamo grande attenzione e artigianalità. Però è anche un momento in cui la famiglia si riunisce e ci godiamo la convivialità come le battiture di una volta. La vendemmia è una festa che lega territorio e famiglia, due elementi imprescindibili nella mia storia personale e imprenditoriale”.
La pandemia ha fermato il mondo intero, ma Giordano Frangipani ha saputo affrontare al meglio anche quel periodo: “Un momento bruttissimo e inaspettato che ci ha costretto a ridurre le produzioni. Il nostro vino migliora con l’invecchiamento, quindi abbiamo dovuto pazientare. Sono stati anni difficili, abbiamo dovuto reinventarci, ma alla fine siamo stati ripagati perché le vendite successive ci hanno ricompensato dei mancati introiti”.
I vini sono come figli, dalle prime barbatelle piantate fino al primo assaggio, una maturazione e una crescita continue fino a diventare altri fiori all’occhiello di un’azienda come quella di Piscinale: “Un vino preferito? Non vorrei ingelosire nessuno e alla fine li amo tutti alla stessa maniera. Certo con Poggio di Ponte e Schiantacappe ho un rapporto molto forte, sono stati i primogeniti e sono particolarmente affezionato a loro, però ho grandi aspettative anche su Petrognano e VinciVeni. Io ci metto il solito amore e la solita passione nel farli, se mi dimostreranno che non mi sono sbagliato credo che andremo d’accordo”.
Quando parla della sua terra, delle sue viti e del suo vino a Giordano Frangipani si illuminano gli occhi e il suo volto si trasforma, si distende come se nelle radici avesse trovato il senso della vita. Un po’ come la metafora del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: l’importante è che sia di qualità.