Mirco Bulletti la passione per la meccanica ce l’ha nel dna. Suo nonno Oliviero riparava i calessi, suo padre Lino insieme ai fratelli Nello e Nevio aprì la carrozzeria il 2 maggio 1970: “Quella data, nonostante io non fossi ancora nato, segna anche il punto d’inizio della mia storia”. Oggi l’attività si è evoluta per stare al passo con i tempi e accontentare la clientela: “Ogni giorno c’è una sfida da vincere”

Fiancate ammaccate da rimettere a nuovo e cromature da rifinire sono il suo pane quotidiano. Ma anche bielle, candele, pasticche dei freni. Lo sono sempre state per una di quelle attitudini che si portano nel dna, ereditata dal nonno, dagli zii e dal padre, fatta propria e trasformata in un lavoro che si mescola con la passione. Mirco Bulletti, 50 anni, è il titolare di un’officina specializzata che nel corso degli anni ha sempre più allargato il raggio d’azione. Perché la tradizione è una risorsa preziosa da salvaguardare ma le auto cambiano e stare al passo con i tempi è fondamentale.

“Mio nonno Oliviero aggiustava i calessi, era considerato un maestro, un artigiano con le mani d’oro – ha raccontato Mirco. Poi fu mio padre Lino ad aprire la carrozzeria in via Gamurrini insieme ai suoi fratelli Nello e Nevio. Era il 2 maggio 1970 e quella data, nonostante io non fossi ancora nato, segna anche il punto d’inizio della mia storia”.

L’attività, in quegli anni in cui le automobili si moltiplicavano lungo le strade italiane, prese subito campo. L’affabilità e la cortesia dei fratelli Bulletti, unitamente alla loro perizia nel rimettere in sesto le vetture, fu il segreto per creare una rete di clienti vasta e fedele. In mezzo a cofani tirati su e ruote appoggiate in un angolo, ci si guadagnava da vivere in un clima sereno, positivo, coinvolgente.

“Abitavamo sopra l’attività, eravamo uscio e bottega praticamente. Io scendevo quei 40 scalini di corsa per unirmi a mio padre e ai miei zii. Ero piccolo, smontavo e rimontavo parti di carrozzeria, mettevo le mani dappertutto ma non ho mai combinato disastri per fortuna. Sapevo che non c’era da scherzare, quello non era un gioco ma un lavoro. Tra noi si era creato un rapporto molto bello che poi è durato tutta la vita. Donato Gallorini è stato un nostro dipendente fino a un anno fa, quando è andato in pensione. Lo saluto e lo ringrazio, il mestiere l’ho imparato soprattutto da lui, un pilastro fondamentale”.

Nel 1979 la carrozzeria si è trasferita in via Pasteur, dove si trova ancora oggi. E se il rumore del motore, l’odore del gasolio, il sapore della famiglia sono così buoni, diventa difficile tenerli da parte.

“Appena superati gli esami di terza media, ho smesso di studiare. Non ci ho pensato due volte: per il percorso che avevo nella testa e nel cuore, la carrozzeria era lo sbocco naturale e non vedevo l’ora di entrarci a pieno titolo. L’8 luglio 1989 è andato in scena il mio primo giorno di lavoro, avevo 15 anni e lo stesso entusiasmo che ho oggi. E’ per questo che, se guardo dentro di me fino in fondo, non ho rimpianti né pentimenti. Mio padre e i miei zii sono rimasti qui fino al 2007, quando hanno deciso di farsi da parte. Io ho rilevato l’attività, ho acquistato l’immobile e adesso sono l’unico proprietario. Questa professione si impara sul campo, serve la pratica più della teoria. Ormai fa parte del mio modo di essere, anche se è molto cambiata rispetto a una volta: nelle auto c’è una componente elettronica sempre più ampia, servono attrezzature all’avanguardia e competenze maggiori, diversificate, corsi d’aggiornamento per non farsi trovare impreparati. Penso a quanto siamo cresciuti come pianta organica: 3 persone agli inizi, 9 oggi per dividerci i compiti. La tentazione di mollare non l’ho mai avuta”.

Oltre al tradizionale servizio di riparazione meccanica, nell’ultimo periodo sono stati messi a punto, tra gli altri, investimenti in macchinari e tecniche per i cerchi e i trattamenti nanotecnologici. Gli esempi del rinnovamento interno sono molteplici: dalla zona dedicata alla riparazione veloce in cui viene utilizzato uno spettrofotometro di ultima generazione alla diagnosi e calibrazione Texa per la messa a punto di radar, lidar, telecamere e sensori. Fino al sistema Rccs3 con monitor che offre un livello di precisione e affidabilità senza pari. Da sottolineare l’impegno nella promozione della sostenibilità ambientale, grazie all’utilizzo di vernici di massima qualità che garantiscono risultati estetici impeccabili e un approccio responsabile nei confronti della salvaguardia green.

La carrozzeria offre inoltre una gamma di servizi ausiliari, tra cui l’assistenza per le pratiche assicurative con agenzie, avvocati e periti; il servizio auto sostitutive; l’assistenza di officina meccanica, gommista ed elettrauto; la rottamazione della vettura sinistrata. Il personale è qualificato per saldature, riparazioni alluminio, uso f-gas e riparazione su veicoli ibridi ed elettrici. “Ancora mi diverto a lavorare in prima persona, sto sul pezzo nel vero senso della parola, anche se ultimamente il mio incarico principale è quello di interfacciarmi con il cliente. I ragazzi che abbiamo inserito sono molto bravi e me li tengo stretti, non è facile trovarli sul mercato attuale. Servono motivazioni, voglia di sacrificarsi, una solida base didattica: fino a qualche anno fa se sapevi aggiustare due fili, eri a posto. Oggi no, ogni giorno c’è una cosa nuova da scoprire, imparare e metabolizzare”.

L’atmosfera familiare non è andata dispersa. C’è anche Tatiana, moglie di Mirko, che lavora nel team occupandosi delle questioni amministrative. E’ lei che si incontra quando si varca la soglia dell’autofficina, sistemata in un front office da dove dispensa indicazioni, consigli e sorrisi: “Con Mirko ci siamo conosciuti nel 2009 – ha raccontato – e dal fidanzamento a ritrovarmi coinvolta in quest’attività è stato un passo breve. Non è facile vivere fianco a fianco 24 ore su 24, anche perché abbiamo caratteri diversi: io sono un ciclone, non riesco a stare ferma, lui è pacato, molto schivo. Però finora ce l’abbiamo fatta alla grande. Abbiamo due figli dai rispettivi precedenti legami, Riccardo di 22 anni e Matteo di 21, e uno nostro, Federico di 8. Lui da grande vorrebbe fare il pilota o il costruttore di macchine. Viene qui spesso, si diverte a verniciare i pezzi di ricambio. La genetica non tradisce”.

E il futuro come sarà? Mirco ha le idee chiare: “Se Federico deciderà di portare avanti quest’officina, ne sarò felice. Ci ho investito soldi, tempo, energie, così come hanno fatto mio nonno, mio padre e i miei zii. Ma deciderà lui. Per adesso non ho intenzione di mollare, anzi. I clienti sono sempre più esigenti e non possiamo permetterci di deluderli. E’ questa la sfida che dobbiamo vincere ogni giorno”.