CapoTrave/Kilowatt è un progetto internazionale di produzione, formazione, rigenerazione urbana e ospitalità dedicato alla scena contemporanea (teatro, danza, circo, musica, arti visive e multimediali). Fondato nel 2003, il cuore del progetto è il “Kilowatt Festival”, che da allora si svolge ogni anno a Sansepolcro e, dal 2022, anche a Cortona, durante il mese di luglio.
Kilowatt è riconosciuto come uno dei più significativi eventi nazionali e internazionali del suo settore per la qualità delle scelte artistiche e per l’innovativo format dei Visionari: un gruppo di oltre 40 persone della Valtiberina che, dopo un lungo periodo di incontro e confronto, seleziona ogni anno 9 degli oltre 50 spettacoli presentati al festival. CapoTrave/Kilowatt gestisce il Teatro alla Misericordia di Sansepolcro e il Teatro Mario Spina di Castiglion Fiorentino e, con Armunia di Rosignano Marittimo, è una delle due sedi del Centro di Residenza della Toscana. Dal 2014, prima insieme al Comune di Sansepolcro, poi, dal 2018 al 2022 autonomamente, è stato capofila del progetto europeo “Be SpectACTIve!”. L’associazione è promotrice del network “L’Italia dei Visionari”, del progetto “Residenze Digitali” e dell’azione “Toscana Terra Accogliente” e fa parte di diversi network nazionali e internazionali.
CapoTrave/Kilowatt ha vinto due premi Ubu, il primo nel 2010 come progetto speciale e il secondo nel 2021 come miglior progetto curatoriale; il premio Nico Garrone nel 2013, il premio Il Teatro del Sacro nel 2015, e il premio della Critica ANCT nel 2021.
Assieme ai suoi fondatori, Luca Ricci e Lucia Franchi, siamo andati alla scoperta dei numerosi progetti messi in cantiere nell’anno del ventennale dall’associazione. Una realtà che tra corsi di teatro, residenze, eventi ed altre iniziative culturali opera oggi in pianta stabile tra i comuni di Sansepolcro, Cortona e Castiglion Fiorentino.
Come è iniziato il vostro 2023?
Franchi: Proprio di recente siamo entrati una nuova rete internazionale che si chiama European Festivals Fund for Emerging Artists – EFFEA, una piattaforma europea dove ci sono vari partner, in questo caso cinque teatri, il cui capofila è un centro della danza contemporanea di Praga. Chi ne fa parte individua artisti emergenti a inizio percorso per farli circuitare e girare tra i vari partner garantendo la possibilità di formarsi in un contesto europeo. La rete ha selezionato è un’artista ucraina Jana Redtova, che grazie a questo progetto viaggerà per teatri e farà visita anche a Sansepolcro.
Tra le vostre attività cardine c’è quella legata alle residenze.
Ricci: Esatto. Proprio il 16 febbraio scadrà il nostro bando per le residenze digitali. Questo progetto era nato in piena pandemia nel 2020, e oggi siamo il centro di residenza principale della Toscana assieme ad Armunia, fondazione che si trova a Castiglioncello in provincia di Livorno. Siamo distanti geograficamente ma molto vicini nel concepire il lavoro con gli artisti. Il bando era nato assieme a loro per garantire agli artisti di lavorare in digitale. Coloro che partecipano devono presentare un progetto di creazione digitale e alla fine, a novembre, abbiamo la settimana delle residenze digitale aperta al pubblico dove sarà possibile visionare il frutto del lavoro degli artisti. Una forma d’arte che non si sostituisce alle residenze fisiche, ma rappresenta un’altra forma d’arte.
Tornerete quindi ad ospitare artisti in residenza?
Franchi: Sì, e non vediamo l’ora. Le residenze vere e proprie, attualmente in standby anche a causa del caro energia, riprenderanno in primavera. Ripartiremo forte con quattro residenze verso la metà di marzo. C’è grande voglia di tornare alle nostre attività storiche. Proprio con il ritorno degli artisti in residenza avremo modo di dare avvio a “C’era solo una volta?”, il nuovo progetto dedicato ai bambini ideato in collaborazione con le insegnanti della scuola primaria delle “Maestre Pie”, alle quali va il nostro grande ringraziamento. Si tratta di un percorso di crescita e avvicinamento al mondo del teatro partendo dall’esplorazione del genere della fiaba. Il progetto si articola in due parti: la prima comprende due incontri a cura del nostro storico collaboratore Michele Rossi e altri due curati direttamente da me, mentre la seconda parte del progetto prevede il coinvolgimento attivo dei bambini che avranno la possibilità di incontrare le compagnie teatrali in residenza presso il teatro alla Misericordia e conoscere, così, il mondo che ruota attorno al teatro e agli artisti.
Anche in questa fase di standby, il Teatro alla Misericordia rimane tuttavia il fulcro di molte altre attività.
Ricci: Certamente, penso alla scuola di teatro comunale. Abbiamo circa una ventina di allievi iscritti, ai quali abbiamo garantito due differenti corsi: uno condotto da Chiara Ramanzini rivolto ai più piccoli, ed uno rivolto ad adolescenti e adulti. Quest’ultimo viene portato avanti da me e Lucia e da un gruppo di docenti del territorio, come Laura Bernardini e Alessia Martinelli di Tedamis, Gilda Foni di Teatrolistico, Mic Mirabucci di Tuttofabroadway, il musicista Ludovico Rossi e l’attore Massimo Boncompagni. Stiamo lavorando a due spettacoli basati su Ariosto e Aristofane che proporremo nel mese di maggio e che coinvolgeranno tutta una serie di linguaggi. Grazie ad amministrazione e Unione dei Comuni riprenderemo tra pochi giorni il laboratorio con il centro diurno di Casa di Rosa, un progetto che ripartirà dopo lo stop della pandemia e al quale teniamo molto. Il teatro è uno dei linguaggi più inclusivi, e quello che siamo riusciti a fare insieme ai ragazzi è stato davvero gratificante.
Un altro vostro cavallo di battaglia riguarda le attività dei Visionari. A che punto siamo?
Franchi: Stanno già lavorando a spron battuto. Ricordo che il format dei Visionari nasce da una nostra idea nel 2007, e ogni anno coinvolge un gruppo di cittadini della Valtiberina (“spettatori-non-addetti-ai-lavori”) nella selezione di 9 spettacoli da inserire nel cartellone di Kilowatt Festival. Sono persone di tutte le età e provenienti da tutte le zone della vallata per un confronto tra generazioni che oggi garantisce un lavoro talmente unico nel suo genere che a fine febbraio, a Sansepolcro, avremo il piacere di ospitare Roger Bernart, regista catalano che si è innamorato del concetto dei Visionari e che curerà una sorta di documentario dove si racconteranno le diverse attività svolte. Il tutto sarà proiettato nella prossima edizione di Kilowatt Festival.
E proprio l’ultimo topic della nostra chiacchierata non può che riguardare il vostro più celebre progetto, ossia Kilowatt Festival.
Ricci: Quest’anno il festival si svolgerà dall’11 al 23 luglio. Il programma è quasi completo. Ci saranno spettacoli di vario genere e che spazieranno dalla danza al teatro, passando per il circo, i dj set ed altre performance in collaborazione con l’associazione Effetto k. Ci saranno artisti di fama internazionale e accanto agli spettacoli ci saranno anche convegni e focus per creare maggiore consapevolezza e confronto sulle tematiche di attualità legate ai nostri ambiti di azione. Anche quest’anno avremo un grande nome del teatro italiano come padrino o madrina della manifestazione, ma per il momento preferiamo non svelarne il nome. Per la seconda volta gli eventi saranno distribuiti tra Sansepolcro e Cortona, in un mix di territori che nella prima versione ‘sperimentale’ dello scorso anno ha portato benefici a tutti, comprese le amministrazioni che oggi possono rafforzare la propria sinergia grazie ad un progetto condiviso. Nel caso del Borgo, siamo molto felici di collaborare con l’assessora Mercati e con un’amministrazione che mostra sempre grande disponibilità quando presentiamo le nostre iniziative.