Tre architetti, tre percorsi professionali diversi, tre storie che ad un certo punto si sono intrecciate, moltiplicando risorse, idee e prospettive. Nel 2018 Massimiliano Naldi, Francesco Cardinali e Francesco Gazzabin hanno fondato WPA (Work in Progress Architecture), con base ad Arezzo e progetti da realizzare in Italia e nel mondo. Negozi, attività commerciali, abitazioni private, giardini: lo studio ha competenze variegate che abbracciano la moda e il design, gli spazi domestici e i materiali alternativi. Sempre sotto il segno della creatività
Il rumore inconfondibile del parquet sotto le scarpe, un tavolo charmant dove appoggiare gomiti e taccuino, le lampade di design che vengono giù dal soffitto per scrutare gli appunti dell’intervista. La luce è soffusa, si sente un filo di musica classica in sottofondo. Fuori dalla finestra, i rumori ovattati di via Petrarca. L’impatto estetico, quando entri nello studio di Wpa, è appagante: non un dettaglio fuori posto, tutto in ordine, tutto molto elegante, quell’eleganza curata che ti avvolge e non quella manieristica, senz’anima, che ti respinge.
Wpa è l’acronimo di Work in Progress Architecture. Lo studio è nato nel 2018 ed è la sintesi di tre percorsi professionali che si sono incrociati e mescolati. Come spesso accade quando si incontrano storie ricche di energia, il prodotto finale non è la semplice somma delle tre unità ma la moltiplicazione di risorse, idee, prospettive.
Conoscenza, maturità e consapevolezza sono stati i punti di partenza di Wpa e ne costituiscono i presupposti fondamentali del lavoro di oggi. Massimiliano Naldi, Francesco Cardinali e Francesco Gazzabin erano già stati a contatto diretto con il mondo del design, della moda, dell’architettura e avevano maturato la certezza che l’approccio artigianale alla progettazione fosse quello migliore.
Non a caso è proprio questa la caratteristica che li contraddistingue, con un’attenzione massima all’evoluzione delle tendenze oltre che alla ricerca di materiali nuovi e allo studio delle architetture e degli oggetti del passato, già innovativi al loro tempo e che oggi offrono nuovi spunti di riflessione e confronto progettuale. Ogni progetto nasce e si sviluppa attraverso il confronto e la collaborazione tra architetti, manodopera e committenti. L’obiettivo è offrire soluzioni condivise, non autoreferenziali, in grado di assecondare il gusto dei progettisti ma soprattutto dei clienti e degli osservatori.
Wpa possiamo definirlo uno studio d’architettura multidisciplinare, alternativo, perché non vuole e non può essere collocato staticamente in un settore piuttosto che in un altro, e in continua evoluzione con l’obiettivo di crescere e non sentirsi mai arrivato.
“Esatto, è così” spiega Massimiliano, 54 anni, nato a Castiglion Fiorentino e maturato professionalmente nello studio Baciocchi Associati dove ha lavorato, fino al 2017, allo sviluppo di concepts per marchi molto noti e quotati multibrands italiani.
“Innovazione, nuove tecnologie, materiali alternativi sono i miei settori. Ho studiato a fondo gli spazi domestici e realizzato abitazioni di charme sia in Italia che all’estero. L’interior design mi affascina da sempre perché dietro c’è la cura del particolare, degli oggetti. Basta un mobile, una scelta di arredamento, una parete pensata in un modo piuttosto che in un altro, per cambiare volto a una casa. Oggi una certa omologazione architettonica porta ad avere spazi abitativi senz’anima, tutti uguali, senza personalità, dove le scelte degli arredi e delle finiture sono dettate da effimere tendenze del momento. Il nostro compito è quello di creare dei luoghi originali, che siano cuciti addosso al cliente come un abito sartoriale, con il calore e l’atmosfera che solo il gesto artigianale sa ricreare”.
“I negozi rappresentano una bella fetta della nostra attività, ma non l’unica” aggiunge Francesco Cardinali, 34 anni, aretino, amante dell’arte, architetto alla costante ricerca e sperimentazione dei materiali e del design.
“In questo periodo abbiamo in programma alcune aperture importanti a Latina, Pavia, Chianciano e Alba. Quello di Latina è un lavoro che ci ha dato una grande soddisfazione: il committente, una nota famiglia del luogo, ci ha affidato il recupero di un intero fabbricato al centro della città. Al piano terra e al primo sorgeranno dei negozi di alta moda su una superficie di oltre mille metri quadrati, al secondo uno showroom, al terzo un ristorante, al quarto un roof-garden. Qui abbiamo potuto dare sfogo a tutte le nostre qualità e attitudini progettuali, recuperando nel prospetto principale dell’edificio i caratteri storici dell’architettura razionalista e internamente progettando tout court un nuovo negozio che accoglierà i migliori marchi di abbigliamento italiani ed esteri”.
Nel variegato catalogo di competenze dello studio ci sono pure quelle di Francesco Gazzabin, leccese di origini. Nel 2003, dopo una laurea in architettura, si è specializzato in Progettazione del paesaggio e architettura dei giardini presso l’università degli studi di Firenze, per poi partecipare a corsi internazionali, seminari e conferenze di cui, in alcuni casi, è stato relatore.
“Quello della progettazione del paesaggio, e in particolare dei giardini, è considerato ancora oggi un settore di nicchia, anche se da tempo è in atto un profondo cambiamento culturale al riguardo. L’interesse sta crescendo molto, probabilmente grazie ad una nuova sensibilità ecologica che sta maturando in tutti noi, dopo anni in cui il verde è stato considerato semplicemente uno standard urbanistico da rispettare nei processi di pianificazione urbana. Giardino non significa soltanto un bel prato da rasare la domenica. Realizzare o modificare uno spazio verde vuol dire avviare un processo che durerà per anni, secondo i ritmi della natura, presuppone una conoscenza specifica e tanta esperienza, frutto anche di continue sperimentazioni. Nel giardino non bisogna mai aver paura di provare. E soprattutto, bisognerebbe cominciare a pensarlo non come un’appendice della casa. La progettazione di entrambi va programmata come un unico gesto: il giardino è uno spazio che accoglie la casa e intorno a questa crescerà e si svilupperà”.
Dentro Wpa ci sono dunque tre anime che si fondono e sovrappongono. I soci fondatori, quando hanno avuto l’intuizione di unire gli sforzi e mettere in piedi una realtà nuova, si conoscevano e si apprezzavano. Ma non sapevano se trovarsi fianco a fianco avrebbe avuto effetti benefici, anche se il dubbio di un buco nell’acqua non li ha mai sfiorati.
Massimiliano ricorda i giorni della svolta: “E’ stato un rischio ponderato, una decisione maturata insieme, velocemente, e oggi Wpa è una bellissima fatica. Sentiamo di aver preso la direzione giusta grazie al nostro background di esperienze e alla voglia di rimetterci in gioco. In tutti noi c’era l’esigenza di cambiare vita professionale e questa è la molla che ci spinge avanti anche adesso”.
“Se abbiamo litigato? Altroché, più di una volta” svela il Francesco più giovane. “E’ naturale quando si va controcorrente come abbiamo scelto di andare noi. E comunque la diversità è una ricchezza, è l’elemento che può fare la differenza. Riuscire a incanalare sensibilità e mentalità sfaccettate come le nostre su binari di collaborazione e condivisione, ti apre scenari impensabili”.
Tant’è vero che il desiderio da realizzare in futuro gira intorno alla possibilità di aprirsi a nuove esperienze nel campo dell’architettura e del design in particolare, spostandosi e viaggiando in cerca di nuove contaminazioni in Italia e all’estero.
Francesco di Lecce rifinisce il concetto: “Uno dei motivi che mi hanno spinto ad abbracciare il progetto Wpa è la possibilità di avere di nuovo una base. Prima ero sempre in giro, non avevo un luogo fisso dove tornare, pensare, disegnare e creare, sentivo che mi mancava qualcosa. Poi è ovvio che, per un mestiere come il nostro, spostarsi è un obbligo assoluto e comunque è un momento di crescita: si conoscono nuove realtà, nuovi posti e soprattutto nuovi clienti, con i quali si stringe spesso un rapporto di stima e di amicizia”.
Nonostante Wpa sia uno studio di progettazione che si muove su strade alternative a quelle classiche, Arezzo conserva un’importanza basilare. Il fulcro dell’attività è qui, in una città in cui “o ci sei nato oppure conquistarne il cuore è una faticaccia”, come dice Massimiliano, e “dove il post covid ha riportato un dinamismo che si era perso”.
“E poi, da pugliese di nascita e aretino d’adozione” chiosa Francesco, chiudendo l’intervista, “questa è la patria di Piero della Francesca e di Vasari. Noi ci stiamo alla grande”.