Autosufficienza energetica e rispetto dell’ambiente. Senza bollette e senza più riscaldamento globale. Per molti è un sogno, per Emiliano Cecchini un progetto concreto: nato ad Arezzo, laureato in fisica, in questo momento si trova a Boston dove sta seguendo un’idea avveniristica. In pratica, sta lavorando per noi
È il sogno di molti: staccarsi dalla rete elettrica, del gas e diventare energicamente autosufficienti. Magari da fonti pulite e locali, per contribuire al rispetto dell’ambiente. Addio bollette e lotta al riscaldamento globale. L’applicazione pratica di un’idea tanto semplice quanto rivoluzionaria arriva da Arezzo: si chiama Off grid box e sta riscuotendo successo internazionale. Il progetto è stato inizialmente lanciato dalla Fabbrica del Sole.
Presidente del comitato scientifico e socio fondatore è Emiliano Cecchini. Laureato in fisica, ha conseguito un dottorato in chimica con tesi sull’ottimizzazione della climatizzazione da energia solare e idrogeno. È tra gli inventori dell’Off grid box e di un altro grande progetto della Fabbrica del Sole, l’idrogenodotto sotterraneo di San Zeno.
1999, nasce la Fabbrica del Sole. L’avventura inizia con un impianto di compostaggio.
“Avevamo vinto un bando del ministero dell’ambiente. La cooperativa realizzò l’impianto per poi donarlo al Comune di Arezzo. Purtroppo non è mai stato utilizzato. In Italia il settore non è dei più trasparenti. Peccato, perché riciclare materia organica è vitale”.
La grande notorietà è arrivata con l’idrogenodotto.
“E’ stato inaugurato nel 2008 e ha permesso di servire alcune aziende dell’area industriale con idrogeno puro. L’impianto si snoda un metro sottoterra. Ricava parte dell’idrogeno dall’elettrolisi dell’acqua mentre il resto arriva dallo stoccaggio dell’Unoaerre. Inizialmente furono anche installati generatori a fuel-cell per produrre energia dall’idrogeno rilasciando in atmosfera vapore acqueo. E’ una tecnologia che sta tornando alla ribalta, basti pensare alla nuova Toyota Mirai basata sullo stesso concetto”.
L’Hydrolab è il vostro laboratorio. E’ nato per monitorare l’idrogenodotto, ma oggi è una fucina di progetti.
“E’ un luogo di ricerca, di test e messa a punto delle soluzioni Off Grid e basate sull’idrogeno. L’Hydrolab è stato dotato di tutti i servizi con tecnologie off grid: fotovoltaico, solare termico, solar cooling, distribuzione a bassa temperatura, accumulo elettrico tramite vettore idrogeno, fitodepurazione, circuito chiuso delle acque, connessione radio wi-fi e Linux. L’applicazione è stata poi estesa ad altri edifici. La sintesi è l’Off Grid Box, container che permette l’autosufficienza”.
La vocazione sociale della Fabbrica del Sole non è stata tradita, l’Off Grid Academy lo testimonia.
“Si tratta di un grande progetto: 300 ettari di terreno e alcuni immobili nel cortonese alle pendici del monte Ginezzo. In questo spazio che ci è stato concesso per 15 anni, teniamo dei corsi per appassionati di indipendenza, tecnologia, ecologia. Aperti anche a ragazzi con disabilità. Si insegna a cucinare, si trasmette la cultura del riciclo e della sostenibilità. Nel frattempo abbiamo preso parte ad iniziative in otto paesi tra cui Sud Africa, Rwanda e Filippine. Qui, in collaborazione con Oxfam, abbiamo portato dei dissalatori con Off Grid Box dopo il disastro del tifone Haiyan del 2013”.
Nel vostro destino ci sono adesso gli Stati Uniti.
“In questo momento sono a Boston, dove resterò fino a giugno. In ballo c’è un progetto avveniristico di sviluppo legato all’Off Grid Box. Ma siamo ancora in una fase sperimentale e non posso svelare molto di più. Inutile dire che per la Fabbrica del Sole è un onore e la conferma che il nostro gruppo è sulla strada giusta”.