“Con un semplice post sui social posso far sentire la mia voce e fare qualcosa di concreto, e questo è fantastico! Sento la necessità di farmi sentire, non riesco proprio a stare in silenzio di fronte alle ingiustizie”
Hilina incarna alla perfezione la “Generazione Z”: è determinata, con i piedi per terra e sa esattamente quello che vuole. Nata a Roma da genitori etiopi ma cresciuta in Toscana, nella splendida campagna di Monte San Savino, si definisce profondamente legata alla Valdichiana:
“Sono una chianina doc, anche se non lo sembro perché ho la pelle un po’ più scura del normale (ride, ndr). Mi piacerebbe trasferirmi all’estero… amo cambiare aria, conoscere gente nuova, ma le mie radici sono qui, al Monte”.
Una ragazza solare che mi racconta di sé come se ci conoscessimo da tanto tempo.
“Quale è uno dei tuoi più grandi desideri?”
“Poter andare in Etiopia, dove ancora non sono mai riuscita ad andare… purtroppo è un luogo difficile. Lì però ho tanti parenti: nonni, zii e cugini che non ho mai conosciuto”.
Nel suo futuro vede la carriera diplomatica, ed è per questo che studia Scienze Politiche a Siena: le piacerebbe lavorare per il Ministero degli Affari Esteri, alle Nazioni Unite o in un’ambasciata.
È proprio grazie all’università che due anni fa, viene a conoscenza di un bando per diventare “Youth Ambassador” di The ONE Campaign, l’organizzazione nata nel 2004, co-fondata da Bono degli U2, la quale opera con campagne e attività di sensibilizzazione per combattere la povertà nel mondo.
“Ho partecipato al bando e sono stata selezionata: oggi collaboro insieme ad altri 44 ragazzi italiani, ma ci sono colleghi in tutto il mondo. Il nostro lavoro è quello di fare pressione sui leader mondiali per porre fine alla povertà estrema. A causa della pandemia di Covid-19 l’obiettivo è leggermente cambiato, oggi lavoriamo affinché tutte le persone del mondo, anche quelle dei paesi più poveri, si possano vaccinare contro il Coronavirus. E’ vero, è un progetto ambizioso, ma noi siamo molto motivati”.
Da quando è entrata a far parte di ONE, Hilina ha capito quanto possa essere preziosa la sua voce, soprattutto se unita a quella degli altri giovani attivisti.
“Non riesco a stare zitta di fronte alle ingiustizie, l’indifferenza mi spaventa! È per questo che sono entrata a far parte di ONE. A volte mi sento dire che sono una persona troppo entusiasta, che spero e mi batto per una società migliore solo perché sono giovane.. ed effettivamente è così, sono giovane, ed è proprio per questo che devo fare qualcosa: l’inazione non è un’opzione.
Noi giovani abbiamo sacrificato tanto durante la pandemia, per lo più il tempo che nessuno ci potrà mai restituire. La nostra generazione però deve affrontare tante grandi sfide, la pandemia è solo una tra queste. Dobbiamo fare i conti anche con il cambiamento climatico e le disuguaglianze globali. Le scelte che vengono prese oggi influenzeranno il futuro, soprattutto il nostro. Per noi, la posta in gioco è troppo alta per permetterci di rimanere in silenzio e ora abbiamo l’opportunità di ricostruire le nostre società in modo equo ed inclusivo. Non è un mondo utopico, io domani voglio vivere un mondo che non è come quello di oggi!”.
Hilina mi racconta di come le sue giornate passino tra lo studio, le lezioni universitarie, gli allenamenti sportivi, e l’attività per ONE:
“Proprio come gli altri Youth Ambassadors, telefono personalmente ai Ministri, ai Senatori e ai Deputati, oppure scrivo loro delle lettere. Ma non solo, faccio post sui social, soprattutto su Twitter ed Instagram, affinché le persone siano informate sull’attività dell’organizzazione”.
Quello di ONE è un progetto che la ragazza porta avanti con grande dedizione e determinazione, e mi spiega che la sua grande forza di volontà, ha origine nella sua famiglia:
“I miei genitori vengono dall’Etiopia, una realtà diversa da quella italiana. Mi hanno sempre parlato molto bene del paese, ma allo stesso tempo mi hanno insegnato che niente è scontato: non è scontato avere un tetto sopra la testa e non lo è poter andare a scuola ed avere un’educazione. Non tutti hanno queste opportunità in Etiopia, così come in tanti altri paesi del continente africano”.
Hilina poi mi descrive i suoi genitori come persone altruiste, che le hanno trasmesso la passione per l’attivismo.. “A loro devo tutto” – mi dice con un sorriso.
Mi racconta di come siano stati mamma Buzi e babbo Belayeneh (noto ex calciatore della nazionale Etiope e conosciuto come Balaya o Ascha) ad averle trasmesso l’etica del lavoro, e di come siano felici del suo percorso intrapreso all’interno di ONE:
“Ho un bel rapporto con i miei genitori e non posso che continuare ad imparare ogni giorno da loro. Ammiro molto mio babbo per la difficile vita che ha avuto e per come è stato capace di reinventarsi tante volte: vorrei essere almeno la metà di come è lui… e poi, le persone lo ricordano come un bravo calciatore, tutti gli hanno sempre voluto bene e questo mi rende molto orgogliosa. Sia lui che mamma sono felici che mi dia da fare con The ONE Campaing e che continui a formarmi e ad imparare sempre cose nuove, perché “sapere è potere””.