Davide Nocetti e Damiano Vitellozzi, più di un anno fa, hanno fondato la società Adamus con sede a Malta. Specializzati in criptovalute, sono in rampa di lancio per creare il primo fondo basato su questa tecnologia finanziaria che trae la sua forza dalla trasparenza e dalla fiducia tra persone
Quella di Davide Nocetti e Damiano Vitellozzi sembra più una storia americana che italiana. Aretini, entrambi diplomati, hanno iniziato in una stanza di cinque metri quadrati e oggi hanno la propria società, ADAMUS, con sede a Malta, una rete di promotori finanziari iscritti all’albo della Banca d’Italia e un bond quotato alla Borsa di Vienna; sognando di creare il primo fondo basato su questa tecnologia di cui molti parlano ma pochi conoscono bene.
«Dopo l’Itis mi sono iscritto alla facoltà di psicologia di Firenze – ricorda Davide, nato il 9 aprile 1993 – ma avevo già scoperto il mondo delle criptovalute e il Bitcoin. Con Damiano ci siamo conosciuti fuori dalla scuola, grazie ad amicizie comuni, e non c’erano percorsi formativi ‘classici’ per approfondire la nostra passione, così abbiano iniziato a fare trading e corsi di formazione, cercando ogni volta di mettere in pratica quello che imparavamo». Si sono affidati a professionisti del mercato tradizionale e a tutti coloro i quali hanno voluto condividere il proprio sapere. «Facevo lo scientifico – ripensa Damiano nato il 6 gennaio 1994 – ma ho avuto problemi con alcuni professori, così ho scelto il Professionale. Dopo mi sarebbe piaciuto molto fare l’università ma economicamente non me la potevo permettere.
Ci siamo appassionati insieme a questo mondo nuovo e lo abbiamo fatto diventare nostro».
Un mondo che richiede competenza, studio continuo, calcolo del rischio, sangue freddo e una sana resistenza fisica: «Questa tecnologia funziona grazie all’esistenza di Internet, quindi lavora 24 ore su 24. La notte sono aperti i mercati asiatici, poi iniziano quelli europei, nel pomeriggio infine è la volta degli americani. I primi tempi ci siamo alternati con turni serrati perché non potevamo perdere nemmeno un secondo, seguendo trend, grafici e, appunto, mercati. La volatilità è molto alta, non possiamo distrarci e anche se le criptovalute oggi sono considerate, come l’oro, un bene di rifugio, pensare di comprarle e poi tenerle lì non è una scelta consigliata».
Questa rivoluzione finanziaria permette lo scambio di valore tra persone, introducendo il concetto di finanza decentralizzata, dove non ci sono enti superiori che governano il mercato. La blockchain è un sistema trasparente, immodificabile e incancellabile, al quale si legano pure gli smart contract: protocolli informatici che facilitano, verificano, o fanno rispettare, la negoziazione o l’esecuzione di un contratto, permettendo talvolta la parziale o la totale esclusione di una clausola. In continuo equilibrio tra etica e speculazione, equilibrio sul quale, secondo Davide e Damiano, si giocherà il futuro di un mondo che li ha conquistati e del quale adesso, con umiltà e tantissimo lavoro, stanno diventando dei player molto importanti.
“Noi siamo la finanza in t-shirt e abbiamo ribaltato il modo di fare impresa”
«Noi non offriamo solo la possibilità di investire nei nostri bond e performance bond, con cedole trimestrali, ma offriamo al cliente una consulenza completa per fare trading tradizionale o sulle criptovalute e perché possa essere autonomo nel farlo. In questo ci facciamo aiutare dall’intelligenza artificiale e dai bot, noi decidiamo la strategia e poi la macchina fa il resto e per questo abbiamo uno sviluppatore ad hoc; è la parte dell’azienda che intendiamo implementare ancora di più in futuro, dirigendo più che operando, fornendo le strategie alle macchine che le eseguono indipendentemente dalla volatilità del mercato». Un successo iniziato investendo quote da 500 euro in Bitcoin e che ha portato Davide e Damiano a incontrare un importante studio legale attraverso il quale creare quello che potrebbe essere il primo crypto fund in Europa.
Poi è arrivata la pandemia: «Dal punto di vista personale, l’unico fastidio è stato quello di rimanere bloccati a Malta. Dal punto di vista professionale, invece, le cose sono andate bene, anche se con periodi migliori e altri peggiori. L’economia e la finanza seguono strade diverse e lo abbiamo visto proprio in questo ultimo anno, che per noi è stato molto buono. Abbiamo passato pure momenti difficili, come quando nel novembre del 2018 il prezzo di Bitcoin è passato da un valore di 20mila a un valore di 3mila euro. Ci vuole uno stomaco forte e un equilibrio mentale severo per affrontare situazioni come questa, perciò abbiamo intrapreso percorsi psicologici che ci hanno aiutato e ci aiutano a mantenere il controllo, lavorando su noi stessi e costruendo ancoraggi mentali ed emozionali che ci permettono di essere equilibrati nelle strategie e nelle decisioni da prendere».
ADAMUS oggi è un’azienda con sette dipendenti, compresi Davide e Damiano che sono i titolari, con un’età media di 26-28 anni, tra collaboratori e consulenti esterni. Uno di questi è un ragazzo che dopo essersi laureto in scienze bancarie e avere fatto un master a Londra ha rifiutato altri tipi di lavori, diciamo tradizionali, per abbracciare il mondo delle criptovalute e ADAMUS: «Il nostro successo lo misuriamo con la fiducia delle persone. Un nostro amico aveva un lavoro in un’importante società di telecomunicazioni, contratto a tempo indeterminato. Si è licenziato ed è venuto con noi perché si fida. Così come un imprenditore che da subito ci ha dato fiducia. Non dimentichiamoci che la maggior parte delle persone, soprattutto in Italia dove la cultura finanziaria è scarsa, mette i soldi in banca senza sapere cosa ci fanno gli istituti di credito. La rivoluzione delle criptovalute è proprio questa: riappropriarsi della propria libertà finanziaria». Ed è il concetto di fiducia che torna, insieme a quello di passione, nelle parole di Davide e Damiano, due entusiasti, due lavoratori, due ragazzi che hanno creduto in sé stessi quando il mondo tradizionale gli diceva il contrario: «Un po’ di senso di rivalsa c’è, ma ciò che più manca sono percorsi formativi ad hoc e nel nostro futuro c’è pure questo, magari una scuola di alta formazione per chi vorrà entrare in questo settore».
Tra i tanti incontri che la comunità delle criptovalute organizza, uno è rimasto impresso nelle menti di Davide e Damiano: «Un ragazzo ci ha detto che possiamo riportare la fiducia nelle persone. La stessa pandemia ci ha suggerito che il vecchio mondo e i metodi tradizionali non funzionano più, è l’ora di cambiare, non solo nella vita di tutti i giorni».
Davide e Damiano non sono due sognatori, sanno benissimo che le criptovalute sono anche speculazione alla massima potenza, figlia del neoliberismo: «Facciamo l’esempio della beneficenza. Se io dò i soldi a qualche associazione, come, purtroppo, già accaduto in passato, non sono sicuro che vadano dove credevo. Con la blockchain è tutto tracciato. Lo stesso discorso vale per i prodotti alimentari dove un QR Code prodotto con questa tecnologia mi fa vedere tutta la filiera prima che arrivino sulla mia tavola».
Il mondo è cambiato, la pandemia ha stravolto le nostre vite e, come sempre, nella storia c’è chi sa cavalcare il cambiamento prima e meglio degli altri. La giovane età aiuta, ma Davide e Damiano sanno bene che da sola non basta: «Noi siamo la finanza in t-shirt e abbiamo ribaltato il modo di fare impresa, facendola e imparando nello stesso tempo», con tanto studio, impegno e sacrificio, fisico, mentale e personale. ADAMUS è una di quelle storie di successo che in qualsiasi altro Paese sarebbe da portare come case history nelle scuole: il sorriso di Davide e Damiano sarebbe un bel biglietto da visita. Il sorriso di chi ogni giorno si misura con sé stesso, con un mondo finanziario estremamente duro e competitivo, che i due ragazzi raffigurano con lo yin e lo yang e chissà se un giorno saranno proprio loro a dare la svolta yang al sistema delle criptovalute.