Martina Bartolomei è una campionessa di skeet, specialità olimpica del tiro al piattello. Nata e cresciuta ad Arezzo, residente a Laterina, gareggia con il gruppo sportivo dell’aeronautica militare. “Ho trasformato la mia passione in un lavoro grazie all’aiuto della famiglia. E le mie origini le porto in giro per il mondo con grande orgoglio. Dopo le medaglie in Egitto e Algeria, adesso il mio obiettivo è l’Olimpiade del 2024 a Parigi”
Abituata com’è a mirare in alto, Martina Bartolomei sta inanellando un successo dietro l’altro e, soprattutto, continua ad alzare l’asticella degli obiettivi. Classe 1990, nata a cresciuta ad Arezzo, residente a Laterina, è una formidabile atleta di skeet, disciplina olimpica dal 1968. Si tratta di una specialità del tiro al piattello che prevede otto postazioni di sparo e un solo colpo a disposizione per ogni bersaglio lanciato in aria.
Lineamenti dolci e carattere di ferro, Martina gareggia con il gruppo sportivo dell’aeronautica militare. Nel suo palmarès ci sono già diversi titoli italiani e internazionali, compresi quelli più recenti, conquistati a fine 2022: oro individuale e bronzo mix team ai Giochi del Mediterraneo in Algeria, argento individuale alla Coppa del Presidente in Egitto, a cui potevano partecipare solo i primi 12 al mondo.
Martina, com’è nata la passione per il tiro a volo? E’ stato un colpo di fulmine, un amore sbocciato piano piano o semplicemente una casualità?
E’ nata quando ero molto piccola. Mio padre e mio fratello erano entrambi cacciatori e anch’io mi appassionai a quell’ambiente.
C’è stato un momento preciso in cui hai capito che poteva veramente diventare l’attività più importante della tua vita?
Un momento preciso no. Diciamo che all’inizio prendevo il tiro a volo come un gioco. Poi, dopo la prima gara che ho disputato a 14 anni, ho realizzato che non avrei più abbandonato questo sport.
Quali caratteristiche deve avere un atleta che pratica skeet?
Posso garantire che il tiro a volo è alla portata di chiunque abbia voglia di provare uno sport sano e che insegna il rispetto delle regole. La predisposizione naturale aiuta molto, anche se per migliorarsi è necessario tanto allenamento mirato, sia fisico che tecnico, in modo da crescere giorno dopo giorno.
L’appartenenza all’aeronautica militare quanto ti è stata di aiuto?
Io ho faticato per trasformare la mia passione in un lavoro. E ci sono riuscita dopo tanti sacrifici all’età di 31 anni, quindi per me appartenere ad un corpo come l’aeronautica è un onore e un gran privilegio. Mi aiuta ad essere un’atleta completa e mi dà la forza per tirare fuori il meglio di me.
Come viene scandita una tua giornata tipo?
Allenamento tecnico al mattino sul campo da tiro, normalmente fino all’ora del pranzo, per cinque giorni alla settimana. Nel pomeriggio attività fisica a giorni alterni. Cerco comunque di ritagliarmi sempre del tempo per me e la mia famiglia.
Che rapporto hai con le armi? E c’è un messaggio positivo che può nascere dall’utilizzo di un fucile?
Le armi sono un mezzo che mi permette di svolgere la mia attività nello skeet, oltre che di portare in alto i colori della nostra bandiera in competizioni nazionali e internazionali. Credo che per la gestione delle armi in generale, serva molto la giusta informazione. A me fin da piccola hanno spiegato la loro pericolosità in caso di uso improprio e l’ho sempre tenuto presente. Con la supervisione di un responsabile autorizzato all’utilizzo di armi, si può insegnarne l’utilizzo sportivo anche ai giovani che vogliono avvicinarsi al tiro a volo.
Quali obiettivi ci sono nel prossimo futuro?
L’Italia deve ancora conquistare una carta olimpica che permetterà a quattro dei nostri atleti di partecipare a Parigi 2024. Direi che l’obbiettivo più importante è questo.
Quanto c’è di Arezzo nei tuoi successi sportivi?
C’è moltissimo, compreso un grande orgoglio. Sono nata e cresciuta ad Arezzo, abito a Laterina. E nonostante io viaggi molto per lavoro, sono e sarò sempre legata alla mia terra d’origine.
Ci sono persone alle quali devi un ringraziamento particolare per lo sviluppo della tua carriera e per la tua vita in generale?
Il più grande va alla mia famiglia, che mi ha supportato costantemente per far sì che potessi raggiungere il mio sogno. Adesso devo un grazie ad aeronautica militare che mi aiuta ogni giorno. E poi al mio compagno Cristian Ciccotti, anche lui azzurro della Nazionale di tiro a volo e uno dei miei più grandi sostenitori.