Da impresa artigianale a realtà industriale, con il trasferimento imminente in uno stabilimento più ampio e la qualità della produzione come punto di forza dell’azienda. Gallorini Alloys oggi è gestita da Carlo e Luca, che dal padre Stefano hanno ereditato la passione per l’oreficeria. “Ci mettiamo il lavoro e il cuore, questo per noi è un affare di famiglia”
Fondata nel 2007 a Capolona per volere di Stefano Gallorini, la Gallorini Alloys è oggi un’azienda stabile e affermata che si sta preparando a compiere uno step ulteriore con lo spostamento della produzione in uno stabilimento più ampio. Una realtà nata come artigianale che si appresta a diventare industriale, e che oggi si occupa di leghe specialistiche per la produzione di gioielli, e non solo, in oro e argento. Gli obiettivi principali di Carlo e Luca Gallorini, i figli di Stefano che gestiscono l’azienda dal 2015, ovvero da quando il padre è improvvisamente scomparso, sono il rafforzamento dell’azienda e la costante qualità della produzione.
Un elefante è rappresentato nel logo aziendale, l’animale simbolo per eccellenza per la sua lunga memoria, caratteristica che sta alla base del lavoro quotidiano della Gallorini Alloys, insieme all’attenzione costantemente focalizzata sullo studio e sul miglioramento della tecnica orafa.
“Inizialmente è stato impegnativo prendere in mano le redini dell’azienda, soprattutto perché è stato un passaggio improvviso, ma oggi siamo estremamente soddisfatti – raccontano i due fratelli. Quando nostro padre è venuto a mancare, abbiamo avuto la possibilità di cedere, ma abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e di proseguire l’attività da soli. Siamo molto orgogliosi di questa scelta e siamo felici della continua crescita dell’azienda, che negli ultimi sei-sette anni è arrivata a quadruplicare la produzione. Oggi siamo dieci dipendenti e due anni fa la ditta Italimpianti Orafi, con la quale già collaboravamo, ci ha proposto di entrare in società. Abbiamo accettato ed è stato un passaggio che ci ha permesso di far parte di un gruppo più ampio. Non avremmo mai potuto vendere, l’oreficeria è un affare di famiglia, siamo cresciuti in questo settore”.
Già, un affare di famiglia. Giancarlo, il nonno dei due giovani imprenditori, era maestro d’arte all’Istituto Statale d’Arte di Arezzo, un lavoro che era una vera e propria passione. L’amore per l’oreficeria è stato trasmesso al figlio Stefano, diventato tecnico specializzato, che a sua volta l’ha poi tramandato ai figli.
La Gallorini Alloys è un’azienda consolidata il cui fulcro è da sempre la famiglia. Qui infatti lavorano i due fratelli e la madre Tiziana. Luca fin da giovanissimo si è inserito in azienda, Carlo aveva inizialmente altre idee, ma oggi non tornerebbe mai indietro.
“Ho studiato per diventare perito elettronico informatico, avevo un’altra prospettiva. Sono arrivato qui un po’ per caso, ma oggi mi piace il lavoro che faccio e ho portato in azienda un metodo di lavoro definitito “Toyotismo” o produzione snella. Meno sprechi di tempo, di materiale, di forze: tutto lo sforzo del manager deve cercare di semplificare e rendere più facile il lavoro dei dipendenti, tenere ordinato il sistema di lavoro e gli ordini”.
L’azienda è nata e si è sviluppata seguendo tre filoni di attività: la produzione di leghe madri per l’oreficeria e l’argenteria, il core business della Gallorini Alloys, la produzione di polveri per la saldatura e la consulenza per l’avvio di una determinata tipologia di produzione.
“A breve ci sposteremo. Non vediamo l’ora! Cambiare stabilimento fa capire il grande lavoro che abbiamo fatto. Siamo al salto successivo. Fino ad oggi andava bene l’edificio di Capolona, qui siamo cresciuti e ci siamo sviluppati, ma non è più sufficiente. Per fare la vera trasformazione da “artigianale” ad “industriale” è necessario avere spazi adeguati, quindi a breve ci trasferiremo a Badia al Pino. Siamo emozionati”.
Fino al periodo precedente al Covid-19, la Gallorini Alloys era un’azienda che lavorava molto con l’estero, esportando in tutto il mondo, soprattutto negli “hotspot” dell’oro, quindi Turchia, Asia, Sud America, alcune zone della Spagna.
“Dal Covid in poi abbiamo visto un grosso incremento della produzione in Italia, sicuramente per merito della riscoperta di alcune lavorazioni che erano state portate all’estero”.
Luca e Carlo hanno una precisa suddivisione dei ruoli in azienda, ognuno ha il suo ramo da gestire. Carlo si occupa della produzione, dall’acquisto delle materie prime, come zinco o rame, al prodotto finito che esce dall’azienda e che andrà ai rivenditori, agli orafi e agli orefici. Luca invece è il volto dell’azienda, si occupa delle vendite, ed è anche a capo dei due manager di area della ditta, uno che si occupa del mercato asiatico ed uno del mercato americano.
“Oggi si parla molto di sostenibilità e di attenzione all’ambiente. Preferibilmente utilizziamo materie prime riciclate. Ci riforniamo da alcune ditte europee molto importanti per il recupero dei metalli, che vengono ottenuti per lo più dagli scarti elettronici, dai RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche). Basti pensare che da un RAEE, si ottiene quasi tutto quello che usiamo per le nostre leghe. Mentre in altri poli dell’oreficeria ci sono aziende molto grandi che fanno tutto il processo al loro interno, dall’inizio alla fine, ad Arezzo la produzione del gioiello finito, è realizzata come in una catena di montaggio. C’è un lavoro di squadra tra varie aziende che concorrono alla lavorazione, ognuna con il suo contributo. Ci sono aziende che fanno soltanto filo, alcune solo catene, alcune esclusivamente galvanica. Questa è la forza di Arezzo, la sua arma vincente, perché è un metodo più flessibile in caso di fluttuazione del mercato”.
Questa è la storia della Gallorini Alloys, una realtà che si inserisce nel contesto orafo aretino in modo costruttivo e determinato, con due giovani che portano avanti l’azienda sempre strizzando l’occhio alle proprie radici. Non a caso i due progetti per l’immediato futuro sono a metà tra la novità e la storia di famiglia: “Il primo è la pubblicazione del libro di nonno Giancarlo, che lui aveva iniziato e che noi stiamo finendo di scrivere. E poi il trasferimento nella nuova casa della nostra azienda, nel nuovo stabilimento”.
“Gallorini Alloys è nata come realtà artigianale e poi è diventata industriale grazie ad una produzione di qualità”