La crescita di Etruria Impianti, azienda specializzata in illuminazione pubblica. Dagli esordi del fondatore Gino Duchi con la riattivazione delle centrali idroelettriche, passando per l’espansione in nuovi settori con i figli Roberta e Paolo, fino al possibile ingresso in azienda della terza generazione familiare
La Toscana: le colline dolci, i cipressi lungo strada. Il paese con le mura in pietra, attraversato dalla via lastricata. Cala la sera, il paesaggio medievale diventa magico alla luce del lampione retrò. Un residente o un turista che passeggia all’aria tiepida di primavera, in uno dei tanti borghi della provincia aretina, può godere dell’affascinante bellezza che l’artificiale chiarore illumina. E probabilmente può farlo grazie ad Etruria Impianti che negli anni ha “acceso” le notti di numerosi centri abitati dell’Aretino. Una realtà in crescita, da sempre in mano alla famiglia Duchi. L’azienda è stata fondata da Gino, ancora un faro per l’impresa di cui oggi, insieme ai figli Roberta e Paolo, è al timone. In particolare, Gino e Paolo si occupano della gestione della parte cantieristica, progettuale, dei preventivi e delle fasi di lavorazione, mentre Roberta ha in mano la parte amministrativa. Ma all’orizzonte c’è anche l’ingresso in azienda della terza generazione: i nipoti di Gino – Alessia e Michele – potrebbero a breve entrare a far parte del progetto nei settori marketing e amministrazione. La storia aziendale inizia ufficialmente negli anni ’80, ma occorre dare una sbirciata al passato lavorativo del fondatore per comprenderla appieno. Gino Duchi aveva già 17 anni di esperienza in Enel, come dipendente, quando decise di mollare il posto fisso per lanciarsi in un’avventura imprenditoriale. Sostenuto anche da alcuni amici soci, scommette su un asset che Enel stava dismettendo. “Erano scadute le concessioni di alcune centrali idroelettriche e fondammo una ditta artigianale che si occupava della riattivazione di questi impianti. Abbiamo riattivato alcune centrali, tre in provincia di Arezzo, a Stia, Soci e Pratantico, una in provincia di Reggio Emilia a Cinquecerri e una nel Pescarese, a Caramanico”, racconta Gino. Nel 1987 viene rilevata la ditta Martinelli Mario che stava chiudendo, il nome viene mantenuto e l’azienda inizia ad operare nel settore impiantistico dell’illuminazione, allargando così il proprio raggio d’azione. E nel corso degli anni la società si specializza in ulteriori settori, andando dalla progettazione di impianti elettrici civili, commerciali e industriali (di portata sempre maggiore), passando per la realizzazione di cabine di trasformazione Mt/Bt (l’insieme dei dispositivi dedicati alla trasformazione della tensione fornita dalla rete di distribuzione in media tensione in valori di tensione adatti per l’alimentazione delle linee in bassa tensione), fino ai quadri di automazione per macchine utensili, impianti antintrusione e videosorveglianza, fotovoltaici oltre, ovviamente, agli impianti di pubblica illuminazione e semaforici.
Le commesse si sono moltiplicate nell’ultimo periodo. Perché di luce ci sarà sempre bisogno
Tra il 1987 e il 1993 entrano in azienda i figli di Gino, Paolo e Roberta, contribuendo allo sviluppo e all’innovazione tecnologica. Ampliando il raggio d’azione fuori dalla città di Arezzo. Nel 2005 c’è la trasformazione del nome della società, nell’attuale Etruria Impianti di Duchi Srl. Dall’iniziale sede di via Firenze, si passa a quella di via Fiorentina, fino ad approdare a quella odierna nel 2007, con un capannone di proprietà in via Setteponti, dove trovano posto i nuovi uffici e un ampio magazzino. Tra i lavori eseguiti negli anni da Etruria Impianti di Duchi Srl , oltre a quelli per privati, ce ne sono numerosi pubblici: l’illuminazione di Villa Severi, il rifacimento dell’impianto di illuminazione di due sale espositive al museo Archeologico di Arezzo Gaio Cilnio Mecenate, i lavori allo stadio Città di Arezzo, come ad esempio la videosorveglianza, oppure l’illuminazione ad Arezzo Fiere e Congressi. Tra i lavori più recenti e di maggior popolarità, c’è l’illuminazione architetturale del duomo di Arezzo, datata 2021. Ma sono numerose le amministrazioni che hanno affidato la pubblica illuminazione (e non solo) a Etruria Impianti: da Subbiano a Civitella in Valdichiana, da Monte San Savino a Lucignano, da Ortignano Raggiolo a Bibbiena, da Marciano a Castel Focognano, da Capolona a Laterina Pergine Valdarno, da Castiglion Fiorentino a Castiglion Fibocchi. E poi i lavori per la Provincia e quelli fuori dall’Aretino: Siena, San Giovanni d’Asso, Torrita, Pienza, Firenze e Montalcino (illuminazione dell’area del Palio di Simone a Montisi). Ne è passata di acqua sotto i ponti (e di corrente nei cavi) dal 1987. “All’inizio c’erano soltanto tre persone al lavoro – spiega ancora Gino Duchi – adesso, oltre ai tre soci, ci sono dieci dipendenti, con i quali oltre al rapporto professionale si è instaurato un rapporto personale molto stretto, quasi familiare. E poi ci sono anche i collaboratori. Per l’anno corrente stimiamo di arrivare ad un fatturato di circa 2,5 milioni di euro e contiamo di crescere ancora”. D’altronde gli ultimi anni, complici anche le agevolazioni come i bonus per l’edilizia e i fondi Pnrr arrivati a seguito del Covid che hanno permesso di avviare numerosi cantieri alle pubbliche amministrazioni, le commesse per Etruria Impianti si sono moltiplicate. Ma trovare forze fresche da inserire in organico non sembra facile. “Siamo alla ricerca di impiantisti elettrici, una figura che però purtroppo non sembra particolarmente attrattiva per i giovani che si affacciano sul mondo del lavoro. Eppure le opportunità professionali ci sarebbero”, conclude Gino. Perché di luce ci sarà sempre bisogno.