La storia di Solarys, fondata da Michele Burbi a Rigutino quando aveva 28 anni.
Una nuova idea di business sostenibile che aumenta la percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili. Consulenza, studio di fattibilità tecnica ed economica, progettazione, autorizzazione, gestione amministrativa, realizzazione e manutenzione per un impianto “chiavi in mano”
È fonte di vita, di luce, di calore e di energia. Da sempre. Fin dai primordi della storia dell’uomo, il Sole, la stella madre del sistema attorno al quale orbita anche la Terra, ha rivestito un ruolo d’importanza cruciale. Adorato, personificato, associato a divinità portatrici di forza, verità e creazione.
E poi studiato, scoperto, sfruttato. Quell’energia potente, illimitata e inesauribile, poteva portare grandi vantaggi e le antiche civiltà, come i romani, i greci e gli indiani, lo utilizzavano per riscaldare ambienti e beni di uso quotidiano o alimentare fuochi anche grazie ad amplificatori esterni come il vetro.
E’ il 19 febbraio 2007 quando esce in Italia il decreto ministeriale “Criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare”.
Il giorno seguente, due giovani, con un piccolo prestito preso in banca per versare il capitale sociale, fondano la società Solarys.
Uno di questi è Michele Burbi, idee brillanti, coraggio e la sfrontatezza dei suoi 28 anni.
“Per avere successo credo che occorrano tre quarti di follia. Il resto? Impegno, passione e una buona dose di fortuna. Ma il fattore tempo è fondamentale. La creatività, l’energia e l’audacia che si hanno a 20 anni non torneranno più con il passare del tempo. Tutto è facile e tutto sembra possibile quando si è giovani. Perché abbiamo tempo, tanto tempo davanti. Tempo per sbagliare, tempo per ricominciare, tempo per cambiare direzione senza paura di averne perso. Le scelte che ho fatto in quegli anni non so se avrei il coraggio di farle adesso. Per questo consiglio ai ragazzi e alle ragazze di iniziare subito a provare, di entrare presto nel mondo del lavoro. Non è vero che non è facile. La verità è che lo è”.
Qualche mese prima di fondare la propria impresa Michele si trova a una fiera in Germania per la società per cui lavora, la Würth, attiva e conosciuta a livello globale. Rimane ammaliato davanti all’esposizione di impianti fotovoltaici e affascinato dalle innovative soluzioni proposte. Riflesso in uno di quei pannelli vede il futuro. Senza pensarci troppo lascia un ottimo posto di lavoro e decide di intraprendere una nuova attività nel settore delle rinnovabili, puntando, in particolar modo, sul solare.
Oggi Solarys è una società specializzata nello sviluppo di progetti, realizzazione, gestione e manutenzione di impianti industriali e di produzione.
Un metodo collaudato: consulenza, studio completo di fattibilità tecnica ed economica. E poi progettazione, autorizzazioni, gestione amministrativa. Ma soprattutto gestione del bene principale prodotto da ogni impianto, l’energia. Proprio la profonda conoscenza di questo prodotto ha portato Solarys ad offrire “soluzioni” che nel mercato sono rare o non esistono proprio.
“Non abbiamo veri e propri competitor sul mercato perché nessuno conosce il settore nella sua completezza come noi. Lo dico senza presunzione ma con la gratitudine e la consapevolezza di avere una squadra di persone molto competenti che, per rimanere ai livelli attuali, offrono al cliente il 20% in più a destra e il 20% in più a sinistra rispetto a quello che propongono gli altri. Non smettiamo mai di studiare, aggiornarci e formarci. Soci e dipendenti sono innamorati dell’azienda e ognuno porta un bagaglio di competenze e esperienze differenti. E poi seguiamo tutto il processo per garantire soluzioni chiavi in mano più complete possibile. Quando un’azienda si rivolge a noi per abbassare i costi o le emissioni, ci adoperiamo per analizzare i consumi, redigiamo una proposta tecnica ed economica che va oltre appalto, progettazione e costruzione: noi siamo in grado di aiutare le scelte di approvvigionamento energetico compensativo, fissare prezzi delle commodities (le materie prime che si scambiano sul mercato) per periodi molto lunghi dando così una certezza dei costi per le aziende. Una delle nostre soluzioni migliori è il Servizio energia, ovvero riusciamo ad installare l’impianto sopra un’azienda senza che questa spenda per fare l’investimento. Basta che si impegni a comperare l’energia prodotta dall’impianto per un certo periodo ad un prezzo fissato – in genere un 20-25% in meno rispetto al mercato – e dopo qualche anno l’impianto passa di proprietà all’azienda con una cifra di riscatto inferiore all’1%. In questo modo le imprese non drenano cassa, non peggiorano la posizione finanziaria netta, abbassano i costi annui e migliorano le emissioni e i parametri Esg (environmental, mercato, social, società e governance). Una soluzione perfetta”.
Nel 2007 Solarys era un’idea fatta di sogni e ambizione. Sedici anni dopo è un’azienda che vanta 250mila kilowatt picco di potenza complessiva installata, più di 500 impianti progettati, insediati e fatti funzionare e clienti come Eni, Edison, gruppo Stellantis, Nestlè, Pizzarotti, Edp, Gruppo Tedesco, Cva o, per restare su Arezzo, Menci, Graziella, Chimet, UnoAerre ed Estra.
“Il nostro merito più grande è che non abbiamo mai mollato. Anche quando le difficoltà sembravano enormi. Abbiamo sempre creduto in questo progetto e in questa strada”.
Nel 2010 Michele Burbi è cofondatore e vicepresidente di Graziella Green Power Spa, società attiva nella power production, dove rimane in carica fino al 2013. Dopo il decreto Romani del 2011, che taglia le gambe al settore delle rinnovabili, intraprende attività di sviluppo e investimento nei paesi dei Balcani fondando Synergo Venture Capital con la famiglia Marchi/Flack, attiva nel settore energia, principalmente in Romania. Entra in Mc2 Spa, primario trader energetico nazionale, con il ruolo di direttore generale e, membro del Cda, si occupa della gestione strategica di tutta la parte power fino al novembre 2015.
Poi, nel 2016, un’altra brillante intuizione e la fondazione di Ecotrade, società nata per diventare una multiutility con vocazione green.
“Acquistiamo e vendiamo energia proveniente solo da fonti rinnovabili perché crediamo fortemente in un futuro più sostenibile. Ecotrade gestisce il ritiro di energia elettrica da oltre 500 impianti e commercializza oltre 2 terawatt di energia pulita”.
Insieme, Solarys e Ecotrade, hanno un volume di affari che ha superato il miliardo di fatturato.
“Io sono convinto che le rinnovabili siano la soluzione più vantaggiosa. Eticamente e anche economicamente. A differenza delle fossili non ci sono spese di estrazione e trasporto. Costano molto meno dell’energia nucleare, non c’è carburante da acquistare e sono da subito operative. Le aziende che vogliono ottenere un vantaggio sul mercato, devono avere il controllo di una parte importante delle spese di produzione, come quella dell’energia. La guerra in Ucraina, per esempio, ha fatto schizzare i prezzi e molte realtà, anche importanti, non hanno retto l’urto. Inoltre l’emergenza climatica non lascia altra scelta che passare a un modello economico a impatto zero e i grandi brand ormai accettano come partner solo attività economiche che non abbiano ricadute negative sull’ambiente. La mentalità sta, fortunatamente, cambiando. E vedo nei giovani interesse e attenzione nei confronti dell’ambiente”.
L’Italia è da sempre un paese all’avanguardia, in Europa e nel mondo, sul fronte delle energie rinnovabili. Sia a livello di produzione, sia a livello ingegneristico per la costruzione di impianti. Ma la transizione energetica viene ancora ostacolata da burocrazia e normative.
“Basti pensare che ogni regione e ogni comune ha il suo regolamento. I progetti a terra rimangono in lista di attesa e in fase di valutazione per anni, un iter autorizzativo richiede mediamente 40 mesi. All’estero mettono in pratica le nostre strategie e le nostre intuizioni prima di noi così da sembrare, agli occhi di tutti, più bravi degli italiani ma in realtà sono solo più veloci . Non siamo né rappresentati né rappresentativi”
La sede dell’azienda, che ospita anche una parte di Ecotrade, si trova a Rigutino, nel luogo dove Michele è cresciuto.
“Non è la scelta più conveniente, tutti mi fanno notare che dovrei spostarmi su Milano. Ma io sono affezionato ad Arezzo. Qua ho le mie radici, i miei ricordi, i miei affetti e sono felice di affacciarmi dalla finestra del mio ufficio e vedere questi luoghi del cuore”.