«È un dono agli altri e va semplicemente accolta» così la giovane trombettista casentinese parla della musica l’arte che ha scelto per esprimersi e che l’ha catapultata da un piccolo paese ad esibirsi in Italia e all’estero con grandi nomi della musica Classica e Pop.
Maria Rossi, classe 1994, che con la sua tromba è arrivata da Bibbiena fino ai grandi palchi di Sanremo e non solo, nasce in una famiglia di musicisti che l’ha da sempre avvicinata alla musica, soprattutto il babbo il maestro Leonardo Rossi che, laureato in direzione d’orchestra, direttore delle bande di Pratovecchio, Rassina, Subbiano, Poppi, insegnante e musicista compositore per l’Associazione “Quinte tra le Note”, le ha trasmesso questa passione. I suoi genitori si sono conosciuti proprio grazie alla musica, una passione condivisa da tutta la famiglia: infatti sia Maria che i suoi fratelli si sono presto dedicati allo studio di uno strumento.
Maria inizia il suo studio dapprima con il pianoforte per poi provare con la batteria: «Nessuno di questi strumenti mi appassionava veramente e a quel punto il mio babbo mi ha convinto a provare la tromba strumento che lui stesso suonava. Il mio primo insegnante dagli undici anni in poi è stato lui finché a 14 anni sono entrata al liceo musicale di Arezzo dove ho studiato per poi passare al Conservatorio». Maria ha studiato alla Scuola di Musica di Fiesole per un anno per accedere alla magistrale a Siena e da quel momento non si è più fermata dedicandosi alla sua passione. «Ho iniziato a esibirmi con alcune orchestre della Toscana suonando non solo in Italia ma anche all’estero».
Nel 2017 infatti faceva parte dell’orchestra giovanile italiana e ha potuto esibirsi per un mese in Cina con un’orchestra di donne ucraine (salvo un paio di ragazze italiane con cui poteva parlare nella sua lingua). «Credo fermamente che la musica sia il mezzo che può maggiormente far conoscere altre realtà e anche per questo le sono grata». Da quel momento ha iniziato a collaborare con il “Maggio Musicale Fiorentino”. Ma Maria non si è fermata ed è arrivata persino sul palco della band dei Thegiornalisti durante il loro “Love Tour” del 2019 esibendosi anche all’arena di Verona e al Circo Massimo di Roma nella data conclusiva del tour.
Sicuramente un grande cambiamento per la Rossi avendo una formazione prevalentemente classica (infatti sempre a questo anno risalgono le esibizioni con l’accademia del teatro della Scala di Milano) ma che non l’ha spaventata: «mi piace spaziare fra diversi generi musicali senza pormi limiti in realtà». Sempre nello stesso anno si è esibita con il quintetto Rasenna Brass a Sanremo alla serata con gli ospiti suonando con gli Zen Circus. Ma l’esperienza con la musica pop non si è conclusa qui infatti la talentuosa trombettista è arrivata sino allo Stadio Olimpico per esibirsi davanti a sessantamila persone a fianco di Ultimo. Un’emozione unica indubbiamente paragonabile solo a quella provata nell’estate 2021 quando è stata la volta di dividere le luci della ribalta niente meno che con l’artista internazionale Katy Perry.
E adesso? Adesso ha deciso di dedicarsi ad un’altra delle sue passioni e cioè l’insegnamento per poter condividere ancora la sua arte: «Le esperienze d’insegnamento che ho fatto ad Arezzo, alle scuole elementari, e a Capolona, alle medie, mi hanno permesso di capire la bellezza e l’importanza di trasmettere alle generazioni di domani il prezioso valore della musica».
Ma alla fine cosa è per te la musica?
«È una domanda difficile che prevede una risposta piuttosto complessa in realtà. Io sono sempre stata una ragazzina molto timida e abbastanza introversa, nonostante questo comunque non avevo difficoltà ad esprimere le mie passioni e cosa provavo, però non è mai stato così facile esprimere quello che sento come con la musica. Per me la musica è questo, la possibilità di esprimere me stessa e le mie emozioni. Io canto, suono e faccio capire agli altri quello che sento ma in primis lo faccio capire a me stessa perché a volte è difficile comprendere quello che si sta provando ed esternarlo. È un linguaggio, il linguaggio delle emozioni alla fine. È un “arma”, naturalmente in senso positivo, incredibile. È unione, infatti quando suono insieme agli altri è proprio questo che sento, in un mondo in cui ci sono tante persone che vogliono divisione la musica crea condivisione, coesione, in quei momenti mi sento parte di qualcosa e che stiamo andando tutti nella stessa direzione…e che lo facciamo insieme».