Barbara Fabbroni è psicologa, psicoterapeuta di successo e molto altro: giornalista,
autrice di saggi e romanzi, voce radiofonica con un grande seguito sui social e una certezza: “La felicità passa sempre dall’amore”
Psicologa, psicoterapeuta, giornalista, scrittrice. Autrice di numerosi saggi e articoli scientifici pubblicati in riviste internazionali, vincitrice di premi letterari prestigiosi, volto di programmi televisivi come La vita in Diretta e Storie Italiane. Attualmente impegnata nella trasmissione Crimini e Criminologia sulla rete nazionale CusanoTv, ospite fissa in radio per Diritto di cronaca e Just Like Love, che recentemente ha ricevuto il premio Microfono d’Oro al Campidoglio. Ha scritto romanzi di successo e il suo profilo Instagram conta oltre 450mila follower. “Sono una curiosa, soprattutto. Fin da bambina ho sempre sentito il bisogno di scoprire, di sapere, di capire, di sperimentare. Adoro essere in viaggio, sentirmi alla ricerca, inseguire le mie passioni. Non c’è un unico modo per osservare le cose e voglio farlo considerando più sfaccettature possibili”.
Barbara Fabbroni si è laureata in psicologia all’Università degli Studi di Firenze con una tesi su Anoressia e Bulimia che è diventata un libro. Specializzata in Terapia breve strategica, in analisi transazionale e in fenomenologia, ha tenuto conferenze e seminari in Italia e in Europa. Svolge la sua attività di psicoterapia rivolgendosi a bambini, coppie, adulti in individuale e di gruppo nel suo studio privato di Arezzo. Da più di sei anni presta la sua penna a magazine nazionali di lustro con le sue rubriche settimanali che riscuotono grande successo. Penna attenta e profonda, è riuscita a intervistare personaggi celebri che a lei si aprono con spontaneità, abbandonando maschere o filtri. Attualmente, nel suo blog diventato testata giornalistica, regolarmente iscritta al registro stampa del tribunale di Arezzo, intervista personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura e della scienza.
Fra i suoi ultimi premi il riconoscimento della critica al premio Milano International per il romanzo L’ Amore all’improvviso e il già citato Microfono d’oro 2022, l’Oscar nel settore radiofonico. Ad Arezzo è nata e qui è tornata dopo aver vissuto in varie città d’Italia.
“Una decisione maturata durante la pandemia, quando la necessità di chiudersi ha fatto riflettere su cosa o chi consideriamo casa. Per me Arezzo è città a misura di persona, che offre cultura, stimoli e bellezza. Forse un pochino diffidente. Ma anche questo la rende affascinante”.
Da fine 2015 ha iniziato a lavorare con varie testate giornalistiche nazionali di cui segue rubriche specifiche tra cui Novella 2000, Visto, Lei Style, Ora, Voi, Tutto, Io Spio, Astra, oltre a collaborare con giornali come Il Messaggero e Ventonuovo del Gruppo Maritato. Per un periodo ha scritto per la testata giornalistica internazionale LaPresse. Da qualche anno cura due blog su Arezzonotizie: Psicodialogando e Gossip Style.
Da psicologa e anche da attenta ascoltatrice, esiste un male del nostro tempo? Quali sono le paure oggi?
“Quello che ferisce di più, nel profondo, credo sia la dissonanza. Il normale divario fra aspettative e realtà. Poi ci sono i timori di ogni tempo, i momenti di malinconia, la mancanza di amore e di riconoscimento, la solitudine. Che siano percepiti o reali, diventano macigni e rendono difficile il cammino, la ricerca della serenità. È giusto avere timori, è sano istinto di sopravvivenza ma devono essere vissuti come moniti, non come ostacoli”.
La pandemia ha inciso su questo?
“La pandemia ha segnato in maniera indelebile le nostre vite. Ma chi poteva contare su un buon riconoscimento di sé, su solide basi e affetti, ne è uscito arricchito o perlomeno ha vissuto questo momento storico come punto di inizio di nuovi viatici e nuove consapevolezze. Chi aveva problemi non ha saputo più nasconderli con la routine e le corse quotidiane, tanto che sono emerse dirompenti”.
E i giovani come stanno?
“Penso che i ragazzi di oggi abbiano tanti stimoli, grandi ideali ma non sappiano come utilizzarli. Quindi li riversano in rete. Spesso i giovani e i giovani adulti mancano di ambizione. Che non è un aspetto negativo, l’ambizione non porta solo ad emergere o scavalcare ma spinge a cercare qualcosa che nutra e soddisfi. Forse frutto di una genitorialità fin troppo permissiva: i bambini hanno tutto, senza chiedere. Non si stimola il desiderio, la voglia di ottenere qualcosa impiegando energie e determinazione. Mio padre era un industriale, non avevamo problemi economici ma io una cosa me la dovevo guadagnare. Ne derivavano scelte, organizzazioni, a volte delusioni, ma anche le più grandi gioie. Noi per primi dovremmo convincerci che i nostri ragazzi hanno tutti gli strumenti e le qualità per destreggiarsi e trovare un equilibrio, dovremmo dar loro fiducia senza per forza spianare la strada”
Lei ha figli?
“Ho un figlio di quasi 30 anni; un uomo straordinario, intelligente, moderno, lungimirante, intuitivo, sensibile e generoso. Si chiama Matteo e io sono tanto orgogliosa di lui”.
Riesce anche a coltivare degli hobby?
“Quello che non riesco a fare è dividere lavoro e passione. Amo quello che faccio e non mi pesa portarlo avanti. Scrivo anche come hobby. A volte penso che abbia bisogno di scrivere e non importa dove mi trovi in quel momento, sento la necessità di mettere su un foglio i miei pensieri. Quello che la scrittura mi restituisce è meraviglioso”.
E al di fuori dalla scrittura?
“Ho una scuderia di cavalli da salto a ostacoli, è un punto di incontro significativo, mi regala grandi soddisfazioni”.
Esiste la ricetta della felicità?
“In tutti questi anni sono giunta alla conclusione che la più grande conquista che si possa fare nella vita sia quella della serenità. Un traguardo che si raggiunge passando dall’amore che si è in grado di donare”.