Luca Cableri racconta il progetto del Theatrum Mundi, una Wunderkemmer (stanza delle meraviglie) nel centro storico di Arezzo. All’interno sono custoditi scheletri originali di dinosauro, stele egizie, tute spaziali, memorabilia hollywoodiani. E anche un vero frammento della Luna. Ma non è un luogo aperto al pubblico e visitarlo è un privilegio per pochi
Vorresti la Luna? Be’ io posso fartela toccare”. C’è un luogo magico e segreto fra le vie del centro storico d’Arezzo incastonato fra i maestosi palazzi di via Cesalpino, che ignora i confini dello spazio e gioca con le maglie del tempo, che, accuratamente, custodisce scheletri di dinosauro, stele egizie, tute spaziali, memorabilia hollywoodiani. E anche un vero frammento della Luna. Si tratta di un’autentica wunderkammer, una stanza delle meraviglie. Ne esistono poche al mondo e Theatrum Mundi, per le sue caratteristiche, è unica.
L’ideatore e proprietario, Luca Cableri, mescola archeologia, arte classica e primitiva con design contemporaneo. Un’eclettica raccolta di oggetti scovati in ogni angolo del mondo che hanno un solo filo conduttore: il potere di stupire.
“Theatrum Mundi può essere visto come una celebrazione delle conquiste e della conoscenza umana; coniuga integrità e rigorosa esperienza con un gusto per il non convenzionale”, spiega sorridendo Luca prima di spalancare il pesante portone in legno.
La galleria è allestita nel Piccolo Teatro affrescato da Teofilo Torri, allievo del Vasari. “Quando ho capito che la mia vita sarebbe stata ad Arezzo, ho cercato un posto che rispondesse alle mie esigenze, dove poter esporre e accogliere gli acquirenti. Nel 2014 ho visto questo teatro del ‘500 e me ne sono innamorato. E’ stato l’architetto Baciocchi, professionista che opera con importanti brand, a curarne i lavori, il design. Lo ha fatto con attenzione e passione, non potrò mai ringraziarlo abbastanza”. Soffitti, pareti, pavimento sono adornati con oggetti straordinari, destinati ai salotti di compratori in cerca di meraviglie da esposizione. “Qua tutto è in vendita, perché tutto ha un prezzo. Se c’è qualcosa da cui non mi voglio separare, lo porto a casa nella mia collezione privata. Anche se questo comporta dei rischi. Un giorno mia figlia, Matilde, si presentò entusiasta tenendo nelle sue piccole e traballanti mani un globo del ‘600. Aveva 6 anni e voleva giocarci a palla”.
Ogni oggetto ha una storia da raccontare, un’emozione da suscitare.
C’è una forchetta da cannibale, una canoa Inuit, un bassorilievo egiziano con i cartigli del faraone Ramses II, un vaso cerimoniale Maya, 4 dipinti di scuola arcimboldesca raffiguranti le quattro stagioni, un incredibile cranio d’ariete morto in un lago salato, ricoperto di splendenti e ipnotici cristalli. C’è lo scheletro di uno pterodattilo di 70 milioni di anni, originale al 70-75%. “Ho anche un T-Rex rarissimo, ne vado molto orgoglioso. Ho avuto la testa di un triceratopo, un Allosaurus, un Camptosaurus. In Casentino faccio costruire basi moderne e di design che riescano a mettere in risalto l’opera, facilitandone la vendita”. Luca non ama parlare di cifre ma lo scheletro del più famoso predatore preistorico, il Tyrannosaurus Rex, viene battuto all’asta fra i 5 e i 10 milioni di euro. Una sezione particolare di Theatrum Mundi è quella dedicata allo spazio. “Da piccolo sognavo di fare l’astronauta. E adesso, come allora, l’universo mi affascina e mi rapisce. In un mondo in cui tutto è vicino, tutto è raggiungibile, cosa riesce ancora a sbalordire davvero le persone? Dove risiede l’ignoto con il suo fascino? Nel 2019 ricorre il 50esimo anniversario del primo uomo sulla Luna. Io ho deciso di festeggiarlo a modo mio”. Ed ecco un planetario copernicano manuale firmato da Richier a Commercy e un rarissimo astrolabio planisferico del XIV – XV secolo. E poi una tuta spaziale sovietica pressurizzata, indossata dal cosmonauta russo Leonid Kyzym durante la missione Sojuz T-10 dall’8 febbraio al 2 ottobre 1984. “Un vero eroe. La stazione spaziale era bloccata da 70 giorni, lui ha deciso di avventurarsi nonostante i pericoli evidenti e, in 3 giorni, è riuscito a ripararla”. In una teca è custodita una vera roccia lunare e, poco distante, è possibile ammirare anche un frammento di Marte. “Questi pezzi possono essere affittati per eventi e prestigiose feste private. Le persone si emozionano a stringere fra le mani un pezzetto di Luna”. Fra le particolarità della collezione di Cableri, ci sono poi gli Hollywood memorabilia, abiti o materiali di scena di famose pellicole. Come il costume originale di Spiderman usato per il film del 2007, la tuta spaziale indossata da Ben Affleck nel film Armageddon, la maschera de La Cosa del film I fantastici 4, o una ciocca di Chewbecca di Star Wars.
Luca Cableri, classe ’73, è nato a Cividale del Friuli e cresciuto a Farra d’Isonzo, in provincia di Gorizia. Si è laureato in giurisprudenza a Urbino per seguire le orme dello zio notaio. “Ma l’attività forense non mi interessava così, una volta graduato, ho partecipato a un concorso per entrare da Christie’s a Londra. Incredibilmente l’ho vinto e ho lavorato alla casa d’aste per un anno e mezzo, imparando davvero molto. Ho viaggiato e vissuto all’estero per tanti anni: Tokyo, San Francisco, Monaco di Baviera, Parigi. Visitavo mostre, musei e gallerie cercando l’oggetto più particolare, quello dal significato nascosto, che preservava una storia incredibile da poter raccontare”. La scalinata per arrivare a toccare la Luna si costruisce un gradino per volta. Partendo dal basso.
“Ho iniziato dalla strada. Per guadagnare facevo i mercatini: lucidavo ferri da stiro che compravo dai polacchi, ci inserivo vasi di fiori e li vendevo alle fiere. Poi ho lavorato per i collezionisti. L’arte era la mia ossessione, prendevo oggetti in conto vendita e li portavo dove sapevo di poterli vendere. Ero bravo perché osservavo, apprendevo, assimilavo. E leggevo molto”. Tempo e conoscenza. L’acquisto di un prodotto è, per Luca, soltanto l’ultima tappa di un approfondito percorso di studio. Ha oltre 20mila libri nel suo ufficio. “Ho passato vari periodi di interesse: arte classica, medioevo, arte egiziana, precolombiana, pop art, meteoriti, film, dinosauri. Quando qualcosa attira la mia attenzione io mi informo, mi documento, approfondisco per settimane. Infine, forse, compro. All’inizio cerchi di fare il miglior affare possibile: una volta acquistai un frammento di un coperchio di sarcofago egizio, credevo di avere in mano un articolo incredibile invece era una ciofeca”.
Il colpo più grosso? “Senza dubbio conquistare Edy, una ragazza del Casentino conosciuta all’università. Bellissima e di rara intelligenza. Adesso è mia moglie: con lei ho due splendide bambine, Matilde e Eugenia”.
E la famiglia è un sostegno indispensabile in un lavoro che mette grande pressione. Theatrum Mundi ha tre dipendenti e un tavolo da ping pong. Non di rado, a metà giornata, viene aperto fra il missile e le tute spaziali. Mezz’ora di avvincente sfida per divertirsi e allentare la tensione degli impegni. “Addirittura riceviamo oltre 1.500 mail alla settimana per visitare la galleria ma non si tratta di un museo aperto al pubblico”.
Nuovi progetti? “Per il Fuorisalone di Milano 2020 stiamo realizzando delle capsule del tempo: 365 oggetti, uno per ogni giorno dell’anno, che possano raccontare la storia della terra. Ogni nuova stagione il mio Theatrum avrà un tema specifico: il successivo potrebbe essere dedicato ai mostri”.
La passione per l’oggetto non convenzionale si mischia a quella per la varietà. “La meraviglia, come l’arte, può essere ricercata nella storia, nella natura, nei manufatti dell’uomo e anche nell’intrattenimento. Non voglio specializzarmi in un solo settore, voglio appassionarmi a nuovi progetti, nuove realtà, rompere le barriere, creare interesse anche su argomenti inusuali. I puristi storceranno il naso nel vedere dinosauri e tute spaziali nella stessa stanza, ma è anche l’eterogeneità a rendere questa collezione unica al mondo”.
“Quello che adoro – continua – è leggere la meraviglia nei volti delle persone che varcano quella porta. Perché un posto del genere te lo aspetti a New York, a Parigi, forse a Milano. Non certo in una stretta via di Arezzo. Ma sono consapevole che stare in Toscana è un grande valore. Contribuisce ad accrescere l’attrazione. Quando arrivano nuovi oggetti, li apro con le bambine, come fosse Natale: è impagabile il loro entusiasmo ogni volta”. Divi del cinema, cantanti di fama internazionale, grandi sportivi e anche illustri esponenti politici sono entrati al Theatrum Mundi per valutare e acquistare oggetti. Negli ultimi mesi sono uscite due pellicole della Magnitudo film che hanno, fra i protagonisti, Luca Cableri e la sua galleria: Wunderkammer, le stanze della meraviglia e Dinosaurs.
Un sogno? “Il mio è quello di aprire un ristorante esperienziale con tavoli apparecchiati in mezzo alle meraviglie della Wunderkammer. Ogni senso dovrebbe essere coccolato e appagato. Bellezza dentro e fuori dai piatti”.