Dalla città al bosco, dalla casa di Arezzo a due passi dal centro al B&B a 700 metri di altitudine, dal posto fisso di contabile a quello più incerto di locandiera. Marzia Francioli, 44 anni, ha lasciato il lavoro a tempo indeterminato per gestire L’imposto, una struttura dentro il parco delle foreste casentinesi. “Una mattina mi sono alzata e ho avuto chiaro il da farsi. E se mi chiedono quanto durerà, rispondo che per adesso è per sempre”
La locanda si chiama L’imposto. E’ il nome che hanno tutti i luoghi dove viene stivato il legname, in attesa di trasportarlo verso il mercato o la segheria. Un nome che evoca antiche tradizioni legate al bosco e che si sposa alla perfezione con l’atmosfera che regna in questo remoto e fascinoso angolo di Toscana. Siamo a Gaviserri, lungo il passo della Calla, comune di Pratovecchio Stia. La cima e il confine con la Romagna distano dieci chilometri, Arezzo si trova a un’ora di macchina.
Marzia Francioli, 44 anni, cercava l’occasione per spostare la sua vita in un luogo così, dentro il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Cercava il gancio per assecondare le pulsioni del cuore a cui anche la ragione, piano piano, ha dovuto cedere. Il B&B è stato il passepartout inseguito per mesi.
“Sognavo di vivere nel parco – ha raccontato Marzia. Me ne sono innamorata grazie alle mie esperienze da escursionista, poi tre anni e mezzo fa ci ho trascorso una settimana da volontaria per la pulizia dei sentieri, la segnalazione degli alberi caduti, la ricerca delle fatte di lupo per il censimento. E’ stata una sorta di folgorazione, mi sono sentita parte integrante di questo mondo. Giorno dopo giorno, il desiderio di trasferirmi qui si è fatto più forte. Mi mancava l’incastro giusto, mi serviva la chiave per conciliare passione e lavoro. Alla fine ci sono riuscita”.
Il 2018 come una sorta di sliding door, con un prima e un dopo. Priorità che cambiano, prospettive diverse, un presente da gestire e un futuro da resettare.
“Fino a dicembre del 2021 ero dipendente a tempo indeterminato in un’azienda di Arezzo. Ho il diploma da ragioniera, mi occupavo di amministrazione e contabilità. Sono rimasta lì per tanti anni, con i titolari avevo e ho un rapporto ottimo. Ma loro avevano capito che in me c’era il desiderio di cambiare. Ho dato il preavviso di tre mesi e dal primo gennaio mi sono liberata. E’ stata una svolta naturale la mia. Una mattina mi sono alzata e ho avuto chiaro il da farsi”.
Messa così, sembra semplice. In realtà Marzia ha viaggiato sulle montagne russe per un bel po’, in bilico tra la convinzione di svoltare a gomito come una curva di montagna e gli intoppi trovati lungo il sentiero.
“La mia idea originaria era di mantenere il mio lavoro e al contempo collaborare nella gestione di un rifugio insieme a un amico di Rimini. Ma non l’abbiamo trovato. Quando ho scoperto L’imposto, lui si è tirato indietro. A me invece è piaciuto subito e non potevo farmelo scappare. E’ un B&B che era chiuso dal 2016. Il proprietario, un veneziano, l’ha acquistato quando era un rudere e l’ha ristrutturato completamente. E’ innamorato del Casentino, l’ho convinto a darmelo in gestione perché non lo venderebbe mai. A marzo 2020 stavamo per firmare, invece il lockdown ci ha costretti al rinvio. Sono riuscita ad aprire a giugno e oggi i miei clienti sono soprattutto toscani e romagnoli, grazie al passaparola e alla pubblicità che faccio tramite web. In inverno tengo aperto solo dal venerdì alla domenica, nelle altre stagioni anche durante la settimana. Ho avviato pure l’home restaurant con menu fisso su prenotazione per accogliere gente del posto o turisti a pranzo o cena”.
Al piano terra della locanda ci sono la cucina e due sale pasti, una con il camino a legna. Al piano superiore quattro camere da letto da quattro posti ciascuna, tutte con il soppalco. Per accedere al B&B bisogna abbandonare la provinciale e addentrarsi per una viuzza sterrata che s’infila nel bosco.
“Tutti pensano di aver sbagliato strada – spiega Marzia – invece poi si apre la radura e c’è L’imposto. Chi arriva qui, trova un ambiente confortevole e cibo genuino che curo con le mie mani, privilegiando prodotti locali, verdura di stagione, pasta e dolci fatti in casa. I tortelli di patate, lo stinco alla birra e le cheescake sono le mie specialità. In più, grazie alla collaborazione di guide e professionisti, mi piace organizzare escursioni, trekking, ciaspolate, percorsi per ebike e a cavallo, pratiche yoga. Siamo circondati da volpi e daini, cervi e cinghiali, tassi e istrici. C’è anche il lupo, che non ho mai incontrato ma che sogno, prima o poi, di vedere con i miei occhi. Un po’ d’inquietudine, nelle notti di brutta stagione, ce l’ho. Ma poi mi dico: non aveva senso aspettare ancora prima di fare ciò che mi rende felice. E quindi eccomi qua”.
Dalla città alla foresta, dalla casa di Arezzo a due passi dal centro al B&B a 700 metri di altitudine e immerso nel bosco, dal posto fisso di contabile a quello più incerto di locandiera. Un cambiamento grande così che chissà quanto durerà. “Non può saperlo nessuno. Ma se me lo chiedono, rispondo che per adesso è per sempre”.