E domani come sarà? Come affrontare il post coronavirus? Ecco la risposta di Marco Sanarelli, imprenditore nel settore della maglieria di qualità con Mely’s
Nonostante tutte le precauzioni prese per garantire la continuità del lavoro, salvaguardando la sicurezza dei collaboratori, abbiamo dovuto chiudere anche noi. Ma lo abbiamo accettato perché ci siamo resi conto della gravità della situazione.
Non posso però cancellare la desolazione che ho visto negli occhi del mio personale. In un’azienda che, viva Iddio, ha lavoro, la desolazione è coincisa con lo smarrimento: e adesso che si fa, quanto durerà, cosa succederà? Abituati alla routine giornaliera dei tempi normali, ci spaventa questa clausura con poco spazio di movimento. Stiamo riscoprendo i valori della famiglia, della solidarietà, del rispetto, della reciprocità, ma abbiamo perso quella cosa fondamentale che avevamo sempre sottovalutato, la libertà. Quando sarà tutto finito, sono sicuro che la assaporeremo con altri occhi, sentimenti, valori e con molta più umanità.
Il 2020 segnerà un ribasso di ricavi che, nella migliore delle ipotesi, si attesterà intorno al 10% e, nella peggiore, intorno al 30% su scala nazionale.
Di sicuro l’emergenza ha prodotto nelle aziende cambiamenti importanti che resteranno anche dopo: telelavoro, conference call, video conferenze, video riunioni tecniche, video sessioni di vendita. Chi non riuscirà a strutturarsi in tal senso, farà molta fatica.
Il made in Italy però ne uscirà rafforzato e bisognerà trovare delle soluzioni per le piccole aziende, in modo da non perdere il patrimonio che può tornare utile a tutta la filiera.
Per quanto riguarda Mely’s, il rientro determinerà un senso di appartenenza maggiore verso l’azienda, una produttività maggiore, la consapevolezza di avere la fortuna di un lavoro e uno sguardo positivo per i giorni a venire, anche se dovremo continuare a non abbassare la guardia.