“Crederci sempre, arrendersi mai”: è questo il motto di Sofia Dirindelli, 30enne aretina.
Da sempre amante delle moto, solo poche settimane fa è diventata Commissario Sportivo Nazionale di Federmoto.
“La passione per le due ruote, meglio se tassellate, è nel mio DNA. Credo mi sia stata trasmessa da mio nonno Giovanni, amante dei motori e del deserto come me. Purtroppo non l’ho conosciuto, ma mi sono state sempre raccontate le sue avventure in moto, anche in Africa, e della sua grande passione per i motori. Sono sicura che anche lui sarebbe orgoglioso di me”. Esordisce così Sofia, orgogliosa della sua passione e del percorso intrapreso all’interno della Federazione Motociclistica Italiana.
Dopo la maturità conseguita all’Istituto Statale d’Arte di Arezzo, ha iniziato subito a lavorare nel negozio di famiglia, una nota merceria in centro. Ma chi ha una forte passione, non può non rispondere a quel friccicore che si fa sentire. E allora, dopo poco diplomata, ha presentato la domanda per iscriversi al corso di commissario di gara della FMI.
“L’amore per le moto e le gare è cresciuto grazie a mio babbo Giampietro, commissario di gara FMI da più di 30 anni. Fin da piccolissima sono cresciuta sui campi di gara con lui, aiutandolo nelle piccole cose e nel frattempo rubavo con gli occhi, cercando di appropriarmi dei suoi segreti e della sua esperienza. Babbo non era molto d’accordo che io facessi la domanda, mamma neppure, ma sentivo che qualcosa in questo campo volevo e dovevo fare”.
“Ma tu correvi in moto?”
“Correre sinceramente non era nelle mie corde, non sono mai stata molto competitiva e invece sono stata molto competitiva dopo aver presentato la domanda! Sentivo che quella era la mia strada e infatti ho superato l’esame di ammissione. In seguito, facendo affiancamenti e dando un nuovo esame, sono diventata commissario sportivo territoriale. Al tempo avevo 21 anni ed ero il commissario donna più giovane di tutta Italia”.
“Come è stato trovarsi in un ambiente molto maschile, in cui le donne erano ben poche?”
“Il numero di donne nell’ambiente si contava davvero sulle dita di una mano. Ma mi sono rimboccata le maniche e mi sono fatta piano piano le ossa, andandomi a creare uno spazio in un mondo praticamente del tutto maschile. Non è stato affatto facile farsi vale ed emergere, non solo per la giovane età, ma anche perché sono una donna, e i commissari sono per lo più uomini. Di donne, ad oggi, saremmo circa quindici non di più in tutta Italia.. I piloti, quando ho iniziato, non erano abituati a confrontarsi con una figura femminile e pensavano di potersi prendere gioco di me e non riconoscevano il mio ruolo. È stata dura, ma ce l’ho fatta, combattendo e abbattendo gli stereotipi di genere“.
Per nove anni Sofia ha prestato servizio in gare a livello territoriale, ma negli ultimi tre anni sono arrivate gare di maggior livello come il campionato italiano di Motorally e il trofeo monomarca Ktm. Fino al 4 dicembre 2022..
“Lo scorso 4 dicembre sono andata a Roma presso la sede del Gruppo Commissari di Gara. Ho dato un nuovo esame per diventare Commissario Sportivo Nazionale. Ho studiato duramente e ho superato brillantemente la prova… una bella soddisfazione! Era un obiettivo che mi ero prefissata da tanto tempo e che volevo assolutamente raggiungere. Volevo rendere orgoglioso mio babbo e volevo dimostrare a tutti che il motociclismo non è solo uno sport maschile”.
“Le gare si svolgono quasi tutti i fine settimana, da fine febbraio a novembre, ti ritrovi quindi spesso ad essere fuori casa. Non ti pesa essere sempre in giro per l’Italia?”
“No, si conoscono tantissime persone ed è un piacere. Ormai è diventato uno stile di vita, è una passione che riesce a dare grande soddisfazione, come quando alla partenza vedi partire i piloti che hai verificato il giorno prima, soprattutto quando sono in tanti a partecipare. Ricordo che una volta ho verificato ben 426 piloti in una sola giornata.. un grande impegno ma anche una enorme soddisfazione!”.
“Cosa significa “verificare”? Quale è il tuo ruolo?”
“Durante una manifestazione io verifico che ogni pilota abbia i requisiti per correre, che abbia la licenza e la visita medica in corso di validità, che non sia soggetto a pagamento di ammende comminate e che il motociclo sia in regola per partecipare alla manifestazione. Quindi è un ruolo di grande responsabilità”.
Il prossimo obiettivo è il livello internazionale, così che Sofia come suo padre, possa prendere parte a manifestazioni in Italia di livello mondiale come il campionato del mondo di motocross e alla sei giorni di Enduro: “E’ un sogno, ma costare non sogna nulla.. Per adesso però mi godo il livello nazionale – conclude – e vorrei anche dire a tutti di crederci sempre e di non arrendersi mai. Io, non mi sono davvero mai arresa per arrivare fin qui, nonostante le difficoltà”.