Contro le diseguaglianze e la povertà educativa c’è un progetto, Teach For All, che a livello globale porta gli insegnanti nelle scuole più svantaggiate. In Italia si contano circa 90 scuole inserite nella rete Teach For Italy.

Andrea è aretino di nascita, si è formato in città al Liceo Classico per poi trasferirsi in Inghilterra per studiare Filosofia, prima alla University of London e poi alla University of Sheffield. Il passo successivo, al termine degli studi universitari, è stato ottenere l’abilitazione all’insegnamento a Madrid, in Spagna.

“E’ noto come il mondo dell’insegnamento non sia semplice, perché ha deciso quindi di inserirsi nel mondo della scuola?”
“Per provare a portare un cambiamento all’interno del sistema scolastico italiano. Viste le crescenti diseguaglianze socio-economiche, caos amministrativo e mancanza di una visione per il futuro, la scuola pubblica purtroppo non riesce più ad essere un efficace ascensore sociale, specialmente nelle comunità più svantaggiate del paese. Inoltre, la scuola italiana soffre uno dei livelli più alti di abbandono scolastico in Europa, con un giovane ogni cinque che non finisce le scuole superiori e anche uno dei tassi più alti di giovani che una volta lasciata la scuola non studiano, non lavorano e non si formano (NEET).  Il mio obiettivo è provare a dare un piccolo contributo per provare a contrastare quest’emergenza educativa”.

E proprio per dare concretamente il suo contributo, Andrea ha deciso di fare parte di Teach For Italy:

“Teach For Italy – Insegnare per l’Italia, è parte di Teach For All, una rete internazionale nata negli Stati Uniti negli anni ’80 e presente in più di 60 paesi nel mondo. L’obiettivo comune è quello di contrastare la povertà educativa e le diseguaglianze socio-economiche, rafforzando la scuola pubblica e portando giovani talenti nei contesti più difficili e svantaggiati. Il progetto si prefigge tra gli altri lo scopo di contribuire a costruire un Paese in cui il luogo in cui nasci non sia il solo parametro che determini il tuo livello di istruzione e le tue opportunità future”.

Attualmente, lavora in due centri educativi della periferia di Napoli, un centro professionale e il Punto Luce di Save the Children di Barra:

“Come è insegnare in queste due realtà, nella periferia di Napoli?”
“È uno dei contesti più sfidanti in cui sia mai stato, i tassi di abbandono scolastico sono tra i più elevati d’Italia e i quartieri periferici nei quali insegno molto spesso offrono pochissimo in termini di attività culturali ai ragazzi. Credo che quest’esperienza mi stia trasformando sia come docente sia come persona. Il capitale umano in questi contesti è eccezionale e ogni giorno rappresenta una sfida ma anche una grande occasione di crescita. La parte del lavoro che trovo più stimolante è il poter portare avanti anche a scuola altre mie passioni come il cinema e la fotografia quotidianamente  con i miei studenti. Questa opportunità di dedicarmi anche ad attività trasversali mi permette di avere un impatto trasformativo sui miei studenti. è un’esperienza che mi arricchisce e mi insegna qualcosa quotidianamente”.

Andrea insegna inglese e sta portando avanti anche laboratori di fotografia e di cinema.

“Ma come è entrato a far parte di Teach For Italy e per quale motivo?”
“Vivendo nel Regno Unito, avevo avuto modo di conoscere alcune persone che avevano partecipato a Teach First (realtà britannica parte di Teach for All) parlandomene in modo entusiasta. Sul Corriere della Sera Buone Notizie vidi un articolo riguardante Teach for Italy e questo mi spinse immediatamente a fare domanda al programma. Sono entrato a far parte di Teach for Italy un anno fa, superando un intenso processo di selezione. Avendo visto l’impatto positivo di Teach First nel Regno Unito nel ridurre le diseguaglianze educative, soprattutto nei quartieri più svantaggiati di Londra, ed il suo enorme contributo nel creare una scuola ed una società più eque, credo fermamente che Teach For Italy possa avere lo stesso impatto sul sistema educativo Italiano”.

Un progetto quindi ambizioso, che spera di poter portare un giorno anche nella sua città di origine, Arezzo:
“Attualmente vivo a Napoli e il mio programma è rimanere qua anche l’anno prossimo. In  futuro mi piacerebbe tornare ad Arezzo e poter contribuire alla crescita dei ragazzi della mia città non solo in ambito educativo ma anche culturale”.

“Ma quindi tutti i docenti possono entrare a far parte del programma di Teach For Italy?”
“Sì, cerchiamo laureati e professionisti che vogliano mettersi in gioco in contesti sfidanti e dai molteplici stimoli. Quest’anno il processo di selezione è terminato il 21 maggio e si riaprirà come di consueto in autunno. In maniera specifica siamo alla ricerca di laureati magistrali in qualsiasi disciplina, o laureandi magistrali che otterranno la laurea entro giugno 2024. Allo stesso tempo siamo interessati a coinvolgere nel programma anche insegnanti iscritti in GPS o di ruolo e professionisti. Richiediamo una predisposizione a spostarsi eventualmente per due anni in una qualsiasi provincia italiana ed una buona padronanza della lingua inglese. Per chi volesse ulteriori informazioni, è possibile consultare il sito https://www.teachforitaly.org/ “.

“Quali sono i prossimi obiettivi?”
“Sicuramente completare il secondo anno di fellowship con Teach for Italy qui a Napoli e poi continuare a lavorare nel mondo dell’educazione provando a coniugare le mie due grandi passioni: l’educazione e il cinema”.

Andrea è davvero uno di quei giovani insegnanti di cui andare fieri, perché con le idee chiare e una determinazione che fa la differenza.

Non ci resta che augurare ad Andrea buona fortuna per il suo percorso all’interno del progetto Teach for Italy!