Il 12 ottobre 1492, proprio nel giorno della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, il genio di Piero della Francesca si spegneva nella sua casa di Sansepolcro alla (presunta) età di 86 anni. Tra le personalità più illustri del nostro territorio, Piero di Benedetto de’ Franceschi ha saputo rivoluzionare come forse nessun altro, attraverso la sua suggestiva ed inconfondibile pittura, quelli che erano i paradigmi artistici, culturali e scientifici del suo tempo. Da sempre considerato il padre della prospettiva moderna, nonché principale interprete del cosiddetto “Umanesimo matematico”, Piero della Francesca riesce ancora oggi a regalare forti emozioni a tutti gli appassionati di arte e cultura, anche e soprattutto al di fuori dei confini nazionali. Ancora oggi, a 530 anni dalla sua scomparsa, gli enigmi e i misteri che circondano il “Maestro della Luce” sono infatti oggetto di studi e ricerche condotte dai massimi esperti mondiali dell’arte rinascimentale.
A giocare un ruolo di primo piano in questa missione vi è anche la Fondazione Piero della Francesca. Si tratta di un ente privato, senza finalità di lucro, che ha per obiettivo primario la ricerca e la promozione di pubblicazioni, convegni, giornate di studio, esposizioni e materiale didattico per approfondire sempre più l’opera pittorica nel contesto della civiltà del Rinascimento italiano. Tra i soci della fondazione vi sono amministrazioni pubbliche del territorio provinciale, compreso il Comune di Arezzo.
La Casa di Piero della Francesca
Le varie attività della Fondazione sono ospitate all’interno della Casa natale di Piero che proprio oggi, in occasione dell’anniversario della sua morte, ha riaperto ufficialmente i battenti dopo un periodo di chiusura legato anche alle difficoltà riscontrate negli anni della pandemia. Acquisita dallo Stato Italiano nel 1975 e successivamente oggetto di un importante restauro, questo edificio si caratterizza per l’imponenza dell’impianto architettonico e per la nobiltà degli elementi decorativi che lo arricchiscono, sia all’esterno che all’interno.
Il progetto complessivo della casa è senza dubbio il frutto di un disegno ambizioso e originariamente forse più complesso, probabilmente mai del tutto concluso: non si può escludere che l’artista stesso, che volle nel corso della seconda metà del XV secolo la ristrutturazione delle preesistenti case medievali – dopo aver raggiunto una notevole agiatezza economica -, abbia avuto un qualche ruolo nella sua ideazione.
Nuova presidenza, nuova gestione
Dallo scorso 1° settembre la Fondazione Piero della Francesca ha il suo nuovo presidente. Si tratta della professoressa Francesca Chieli. Storica dell’arte, dottore di ricerca per la storia dell’architettura e dell’urbanistica, scrittrice di testi di natura artistica. Professionista conosciuta e molto apprezzata sia in riva al Tevere che ad Arezzo, dove ricopre l’incarico di rettore alla Fraternita dei Laici, Francesca Chieli ci ha raccontato quelle che saranno le prossime sfide della Fondazione e della Casa di Piero.
Gli appassionati d’arte di Sansepolcro e di tutto il mondo da oggi potranno tornare a visitare la casa dell’artista. La cittadinanza come ha risposto?
“La città ha accolto con grandissimo entusiasmo questa riapertura. La partecipazione di persone e realtà associative di queste prime settimane è testimonianza concreta dell’interesse che questa casa porta con sé e di quelli che saranno gli studi e le attività che verranno condotte al suo interno”.
Una casa riaperta al pubblico e rinnovata anche nelle proposte al pubblico. Quali novità ci sono?
“Per prima cosa abbiamo allestito una sala che racconta la storia della vita di Piero nella sua città. Parliamo di un artista che ha viaggiato per tante corti, ma che ha sempre portato con sé tante influenze e contaminazioni dalla sua terra di origine. Abbiamo quindi esposto dei documenti che facevano parte dell’archivio storico di Sansepolcro, in collaborazione con l’ufficio Cultura. Alcuni riguardano la vita privata dell’artista, la sua morte, la morte della madre.
Altri rappresentano delle piccole curiosità, come il pagamento di medicinali ad un maestro di Arezzo, gli incarichi pubblici assunti e molto altro ancora. Oltre a questo abbiamo analizzato il filone delle opere realizzate da Piero che oggi non ci sono più, attraverso una serie di documenti originali.
Assieme a questo un paio di inediti dal museo Civico: un busto di terracotta raffigurante Piero e alcuni sportelli che un tempo, dopo il Concilio di Trento, celavano la figura della Madonna della Misericordia al centro del grande Polittico”.
Il primo obiettivo della nuova presidenza era la riapertura della Casa. Il prossimo quale sarà?
“L’obiettivo primario è la sistemazione dell’edificio, renderlo fruibile, cercare di allestirlo. Dopodiché cercare di aprirlo il più possibile alla città e al comitato scientifico, che da sempre rappresenta un elemento portante di questa istituzione. A quel punto si potrà ripartire con i grandi progetti culturali. Per ora la priorità è quella di risistemare in modo preciso e organizzato questi spazi”.
Alla luce delle esperienze passate, quanto sarà importante creare rete tra i soci e i sostenitori della Fondazione?
“La partecipazione dei soggetti pubblici e privati sarà uno degli elementi vitali per i nostri progetti futuri e per il futuro di questa casa. Questo edificio merita di essere valorizzato con lo sforzo di tutti”.