Allenamenti, medaglie, vittorie, la Nazionale. E poi gli studi, le lingue straniere, gli esami di maturità dietro l’angolo. Maria Vilucchi, 19 anni a maggio, aretina, punta di diamante della Ginnastica Petrarca, è un talento della ritmica e una ragazza che pensa a costruirsi un futuro, conciliando grazia e sinuosità con una tenacia di ferro
C’è un legame misterioso, intrigante che unisce la grazia e la leggerezza di una ginnasta con la tenacia riversata ogni giorno in allenamento per andare un po’ più in là dei propri limiti, della stanchezza, della fatica. L’agilità che cattura gli sguardi e la forza di carattere che abbatte gli ostacoli: virtù apparentemente agli antipodi, ma che in realtà si alimentano a vicenda.
Quest’abitudine a volteggiare per aria, facendo roteare il nastro o lanciando e riprendendo una palla, serve anche nella routine quotidiana, quando bisogna districarsi tra un compito in classe e un’interrogazione, tra l’ambizione di programmare il futuro e un presente che ti avviluppa con i suoi ritmi incessanti, senza soste. Scuola, macchina, allenamento, casa, studio e avanti all’infinito, oggi, domani e dopodomani, all’inseguimento della perfezione. Con una vita privata da vivere che viaggia in parallelo.
Maria Vilucchi, 19 anni il prossimo 6 maggio, aretina, un talento naturale che deborda dal suo corpo elastico e sinuoso, mette insieme sogni e sacrifici, soddisfazioni e sudore, capriole e libri di testo da quando era una bambina. Punta di diamante della Ginnastica Petrarca, gloriosa società che scolpisce muscoli e anime da oltre un secolo, ha già vinto medaglie in Italia e all’estero, ha conquistato il titolo nazionale categoria senior nel 2016 (ad Arezzo, guarda un po’ il destino…) ed è nel giro della Nazionale.
Soprattutto, è una ragazza felice di fare tutto quello che fa. “Mi alleno dalle due e mezza fino alle sei. Vado a casa, ceno, studio fino a mezzanotte. Tre volte alla settimana sono in palestra pure di mattina, a scuola lo sanno e lo accettano. Faccio il liceo scientifico internazionale, mi piacciono inglese e russo, sono le lingue della ginnastica”.
Con gli esami di maturità sullo sfondo, questo potrebbe essere un anno decisivo sotto tutti i punti di vista. Maria si è già allenata con le farfalle azzurre della ritmica, raggiungendo un obiettivo che rappresenta uno straordinario punto di partenza.
“Mi alleno ad Arezzo da quando avevo 9 anni, ho frequentato tutte le palestre della città: San Lorentino, Pescaiola, Vasari, adesso la Mecenate. All’estero ho visto tante realtà più grandi, più organizzate, ma io mi sento orgogliosa di rappresentare la Petrarca. Sono sempre stata bene, sono cresciuta qui, sono migliorata. Irene Leti, Elena Zaharieva, Stefania Pace, istruttrici e coreografa, mi hanno dato tanto”.
Fune, cerchio, palla, clavette, nastro sono attrezzi per modo di dire. Ormai possono essere considerati un prolungamento ideale di bicipiti, tendini e dita, dei compagni di viaggio al pari di un pelouche o di un amuleto portafortuna.
“Da bambina facevo meno fatica, lo ammetto. Adesso è tutta una questione di testa, di concentrazione, avverto più responsabilità. Ci vuole carattere, serve una grande forza di volontà, specialmente quando ci sono le gare. Ho pensato di smettere, sì. Mi è successo almeno tre volte dopo qualche risultato negativo. Ma ci ho sempre ripensato ed è stata la scelta giusta. Sai chi devo ringraziare? I miei genitori, Daniele e Alessandra. In quei momenti mi hanno dato una mano. Anche perché tutti i giorni mi accompagnano da casa, a Castiglion Fiorentino, in palestra. Mi conoscono, sanno come prendermi”.
Straordinariamente sopra le righe in pedana, Maria Vilucchi è con i piedi saldi a terra quando smette il body e s’infila un paio di jeans. “Il mio desiderio più grande è superare gli esami di maturità con buoni voti. Vorrei trovare una facoltà universitaria che mi consenta di conciliare gli studi con la ginnastica. Mi piacerebbe dedicarmi alle lingue orientali e lasciarmi un po’ di tempo per leggere un libro o guardare un film, i miei svaghi preferiti”.
E poi c’è la ritmica. Il campionato italiano a Forlì, in primavera, i tornei internazionali in Bulgaria e Francia con la Petrarca, la Nazionale: saranno mesi intensi e da preparare bene. “La mia qualità è questa voglia inesauribile di provare, provare e riprovare. Mi alleno perché mi diverto. Il difetto è che sono critica con me stessa, a volte troppo. Qualche soddisfazione comunque me la sono tolta: l’oro ad Arezzo di due anni fa ma soprattutto il bronzo alla World Cup di Pesaro, nel 2015. è il mio ricordo più bello”.
L’intervista è finita. Maria torna in pedana e riprende a danzare. Leggera come una farfalla, nonostante si tiri dietro una tenacia di ferro.